San Giovanni Valdarno è uno dei borghi più importanti di tutta la provincia d’Arezzo, i motivi per cui vale la pena farci una visita sono davvero tanti a partire dalla sua storia, molto affascinante, che vale la pena ricordare.
Le sue origini risalgono al medioevo: disegnato da Arnolfo di Cambio secondo il tipico schema del Castrum Romano, adottato anche per le atre Terre Nuove Fiorentine, allora il borgo si chiamava Castel San Giovanni.
Cosa vedere
Al centro ancora oggi si trova il simbolo della città: il Palazzo d’Arnolfo, rivestito dai vari stemmi dei podestà che si sono succeduti negli anni, alcuni dei quali molto belli ed elaborati, che vale la pena osservare da vicino.
All’interno di Palazzo d’Arnolfo si trova il Museo delle Terre Nuove che ben racconta la storia di come è stata edificata la città. C’è anche una bella sala di rappresentanza per la celebrazione dei matrimoni in forma civile.
Sul retro si trova la Basilica di Santa Maria delle Grazie, costruita intorno ad un’immagina miracolosa della Madonna che ancora oggi è visibile dietro l’altare.
L’evento a cui si fa riferimento è il Miracolo di Monna Tancia, avvenuto nel 1479 durante la peste, quando un neonato rimasto orfano, fu svezzato miracolosamente dalla nonna. (Per saperne di più: https://www.lamiabellatoscana.it/2020/03/il-miracolo-di-monna-tancia-a-san-giovanni-valdarno.html).
Proprio sotto la Basilica c’è una cappella che ricorda l’evento straordinario, sopra la porta d’ingresso invece una bellissima lunetta di terracotta invetriata, opera di Giovanni della Robbia.
Accanto alla chiesa si trova il Museo della Basilica dove, tra le varie opere d’arte, si impone l’Annunciazione del Beato Angelico proveniente dal convento di Montecarlo, poco fuori le mura del paese.
Ma l’artista più famoso di San Giovanni Valdarno è senz’altro Masaccio: si può visitare la sua casa natale, sede dell’omonimo museo, al n° 83 di corso Italia.

Dentro le antiche mura si trovano altre due chiese che meritano una visita: la Pieve di San Giovanni Battista e la chiesa di San Lorenzo.
Nella storia recente il borgo di San Giovanni Valdarno ha legato il suo nome anche allo sfruttamento dei giacimenti di lignite della vicina zona di Cavriglia, in conseguenza del quale nacque nel 1872 la Società Italiana per l’Industria del Ferro, più comunemente conosciuta come “la Ferriera” che, all’inizio del 900, dava lavoro a più di settecento persone. Con essa si sviluppò anche la produzione di ceramiche, laterizi e successivamente anche l’Industria Vetraria Valdarnese (IVV). Oggi molte cose sono cambiate: la fornace non esiste più e le attività della Ferriera e del vetro sono ridotte drasticamente ma restano ben visibili i segni delle loro infrastrutture.

Lo Stufato alla Sangiovannese
Dal punto di vista culinario San Giovanni Valdarno va orgogliosa del suo piatto tipico: lo Stufato alla Sangiovannese. E’ una sorta di spezzatino aromatizzato con delle particolari spezie la cui ricetta è segretissima. Esiste anche un concorso per eleggere ogni anno il miglior autore di questo piatto a cui partecipano cuochi e massaie: il Palio dello Stufato.
Grazie alla sua posizione al centro della valle dell’Arno, alla stazione ferroviaria ben servita e alla vicinanza dal casello dell’autostrada, San Giovanni Valdarno è facilmente raggiungibile da qualunque direzione.
Da segnalare la vivacità del sabato mattina, quando l’intero centro storico è animato da numerose bancarelle per il tradizionale mercato settimanale, uno dei più importanti della zona.
Non solo la Festa del Perdono
Un’altra attrattiva da non perdere è la Notte Bianca che in genere si tiene la sera del quarto sabato di giugno, mentre nella terza domenica di settembre si svolge la tradizionale Festa del Perdono, con intrattenimenti, mostre ed attività culturali.
Sono davvero tante le feste e le manifestazioni che animano il centro storico di San Giovanni Valdarno durante tutto l’anno, ma se volete apprezzarne a pieno la sua bellezza il consiglio è di visitarlo con calma.
Provate a fare una passeggiata su corso Italia con i suoi tanti negozi, allungate lo sguardo dentro i caratteristici chiassi, rilassatevi nel verde della pineta e lungo il parco fluviale che costeggia l’Arno. Concedetevi poi una sosta per un aperitivo in piazza Cavour, proprio di fronte al Palazzo D’Arnolfo e restate a guardare la bellezza di tutto quello che vi circonda.
Prendetevi il vostro tempo: godetevi le meravigliose terre di Arezzo.