Fin dall’epoca etrusca nella collina di Santa Maria, a sud della città, era presente un culto delle acque salutari. La fonte pagana, forse dedicata ad Apollo nel periodo romano, fu frequentata dagli aretini per tutto l’alto medioevo, quando era detta “Fons Tuta”, e il basso Medioevo, quando invece fu provvista di copertura e chiamata “Fons Tecta”.
Agli inizi del Quattrocento erano ancora molti quelli che vi recavano, considerando le acque guaritrici soprattutto dei mali infantili, ma la Chiesa locale non vedeva di buon occhio la permanenza di questi riti precristiani. Nel 1425 San Bernardino da Siena si trovava ad Arezzo per predicare durante la Quaresima e tentò di smantellare la fonte, ma venne cacciato. Nel 1428 tornò con gli stessi intenti e grazie alla collaborazione di un gruppo di fedeli la distrusse. Al suo posto fece edificare un oratorio, dove Parri di Spinello affrescò nel 1430/31 una “Madonna della Misericordia” che protegge il popolo sotto il suo manto.aulche Q
Tra il 1435 e il 1444 fu eretta una chiesa in stile tardogotico, a navata unica con volte a crociera, su progetto di Domenico del Fattore. A destra dell’edificio, tra il 1450 e il 1451, venne costruita anche una cappella esterna dedicata proprio a San Bernardino. Nei primi anni Settanta del XV secolo fu realizzato uno scenografico piazzale porticato, progettato da Giuliano da Maiano, dove Lorentino d’Andrea affrescò le “Storie di San Donato”.
Nel 1695 i Carmelitani Scalzi entrarono in possesso del santuario. Nel corso del XVIII secolo chiesero al Granducato i finanziamenti per restaurare il loggiato, poiché versava in pessime condizioni. Visti i dinieghi, nel 1788 fu demolito per questioni di sicurezza e oggi ne possiamo vedere solo una minima parte nei segmenti a destra e sinistra della chiesa.
Tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del XV secolo, alla facciata della chiesa fu addossata la straordinaria loggia di Benedetto da Maiano. Quest’opera, formata da quindici arcate sostenute da colonne in stile corinzio, è considerata uno dei massimi capolavori rinascimentali. La supremazia dei vuoti sui pieni la rende leggera e armoniosa e questa caratteristica fu esaltata anche da Gabriele D’Annunzio, che la definì “aerea loggia”.
All’entrata del piazzale si nota un portale in pietre sbozzate: è ciò che rimane di Porta Santo Spirito, una delle entrate della cinta medicea di Arezzo. Fu trasportato qui nel 1893, dopo l’abbattimento delle mura in quella parte di città. Nel 1895, a destra del portale, fu collocata una lapide per ricordare che tra il 22 e il 23 luglio 1849 qui si accamparono le truppe di Giuseppe Garibaldi in fuga da Roma, dopo la disfatta della Repubblica Romana.
Il santuario oggi è una parrocchia gestita dai padri carmelitani. L’interno della chiesa presenta un cospicuo patrimonio artistico, nonostante la perdita di alcune opere e il trasferimento di altre nel Museo di Arte medievale e moderna di Arezzo, come la tavola con la “Madonna della Misericordia e santi” del 1456 di Neri di Bicci e la tavola con la “Madonna in trono con il Bambino tra i santi Gaudenzio e Columato” del 1482 di Lorentino d’Andrea.
Nella parete destra un affresco che raffigura “Papa Sisto IV tra i cardinali Gonzaga e Piccolomini, nell’atto di concedere l’indulgenza al santuario” fu eseguito intorno al 1480 da Lorentino D’Andrea, principale collaboratore aretino di Piero della Francesca.
Alla fine del Quattrocento la “Madonna della Misericordia” di Parri di Spinello fu inserita nell’altare marmoreo di Andrea della Robbia, realizzato con l’aiuto dei figli Giovanni, Marco e Luca il Giovane tra il 1487 e il 1498. Nella parte centrale quattro statue raffigurano San Donato, San Bernardino e i protomartiri Lorentino e Pergentino. La magnifica opera, coronata da una “Madonna con il Bambino tra due angeli”, è arricchita da putti reggicandela, testine di cherubini e serafini, lo Spirito Santo, medaglioni con profeti e un elegante festone di frutta in terracotta invetriata policroma. Il paliotto dell’altare maggiore rappresenta, infine, “Cristo in pietà con la Madonna e San Giovanni Evangelista dolenti”.
All’interno della Cappella di San Bernardino sono custoditi i resti degli affreschi di Lorentino d’Andrea staccati dal portico esterno e alcuni cimeli, come la croce di legno che secondo la tradizione il frate e futuro santo aveva con sé durante la demolizione della fonte pagana.
Loggia di Benedetto da Maiano (1480)
Loggia di Benedetto da Maiano (1480)
Loggia di Benedetto da Maiano (1480)
Portale di Porta Santo Spirito, abbattuta nel 1893
Madonna della Misericordia, Parri di Spinello (1431)
Altare di Andrea della Robbia e figli (1487 – 1498), al centro Madonna della Misericordia, Parri di Spinello (1431)
Paliotto dell’altare, Cristo in pietà con la Madonna e San Giovanni Evangelista dolenti, Andrea della Robbia
Papa Sisto IV tra i cardinali Gonzaga e Piccolomini, Lorentino D’Andrea (1480)