ll Palazzo di Giustizia di Arezzo, riconosciuto con il Premio Internazionale IAA come il miglior edificio del 2002, rappresenta un esempio di armonia con il paesaggio circostante e le strutture preesistenti. Progettato dall’architetto Manfredi Nicoletti, il manufatto è articolato in due volumi distinti. Il primo volume consiste nell’edificio dell’ex-Ospedale Sanatoriale Antonio Garbasso, che è stato sottoposto a un restauro conservativo. Il secondo volume, invece, è stato progettato ex novo e comprende un garage, archivi, una spaziosa hall a più livelli, due grandi aule a doppia altezza, una serie di uffici e la sala stampa, insieme ai relativi servizi.
Posizionato in prossimità della Fortezza Medicea e immerso in un parco storico, sia l’ex Ospedale Garbasso che il suo parco sono vincolati dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Pertanto, il progetto del palazzo è stato realizzato tenendo conto delle esigenze di conservazione storica, distribuzione degli spazi, stabilità strutturale e impiantistica, nonché delle peculiarità del sito e delle condizioni climatiche.
Il progetto della nuova ala è una metafora del suo contesto: le meraviglie vegetali del parco e la struttura medioevale della città, anticamente protetta a nord dal tracciato a conca delle mura e aperta sul lato opposto verso le piazze, i giardini e il territorio. Anche il nuovo edificio è racchiuso sul lato nord da un guscio murario concavo, porzione di cono inclinato con base ellittica, in granito nero Shanxi Black, con superficie fiammata per ottenere un’elegante tonalità grigio scuro. Le lastre di rivestimento corrono lungo le generatrici della superficie conoide in cemento armato sulla quale sono appoggiate e si dispongono secondo inclinazioni diverse rispetto alla linea di terra. Ne risulta una superficie ad “effetto armadillo”, caratteristica di alcuni esseri viventi.
L’edificio offre invece a sud una facciata vetrata inclinata, schermata attraverso la sovrapposizione di due differenti superfici a diversa curvatura e traslucide, con vibranti brise soleil in acciaio inox spazzolato sorretti da una trama di pilastri a differente inclinazione anch’essi in acciaio.
Questa doppia pelle trasparente consente l’ingresso controllato della luce naturale che, attraverso il sistema dei brise soleil, viene filtrata e opportunamente direzionata verso la hall e le aule d’assise. L’inclinazione delle lamelle impedisce l’irradiazione diretta durante i mesi estivi e consente la penetrazione dei raggi solari durante il periodo invernale. Il trattamento della superficie in acciaio inox favorisce lo sfruttamento della luce naturale, grazie alla riflessione verso l’interno. In tal modo una foglia d’argento bioclimatica protegge l’ambiente interno tramite un’ombra luminosa e dialoga con il parco senza interferire con gli elementi neoclassici adiacenti. La sovrapposizione delle superfici svergolate crea uno spazio diafano e mutevole, con modulazioni dinamiche che rendono indefinito lo spazio, come un’architettura che respira.