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Chiesa della Santissima Annunziata

La Chiesa della Ss. Annunziata, lungo via Garibaldi, è una delle chiese rinascimentali più importanti di Arezzo. Le sue origini coincidono con la nascita della compagnia della Ss. Annunziata, creata da un gruppo di nobili aretini con finalità di preghiera, penitenza e carità nella prima metà del XIV secolo.

Intorno al 1348 i membri della società laicale chiesero il permesso al vescovo Boso degli Ubertini di costruire un oratorio, oggi incorporato nella facciata della chiesa. Nel 1364 fu edificato a breve distanza anche un ospedale per i viandanti, dedicato a San Cristoforo, dove il 26 febbraio 1490 alloggiava un giovane di La Spezia, di ritorno da un pellegrinaggio a Loreto. L’uomo stava pregando davanti a una statua della Vergine, quando secondo la tradizione questa cominciò a piangere. Fu così che nacque il culto della “Madonna delle Lacrime”.

L’episodio portò nelle casse della compagnia ingenti somme di denaro, frutto di elemosine, offerte devozionali e lasciti che permisero di progettare una chiesa più grande della precedente. Il disegno fu affidato a Bartolomeo della Gatta e nel 1491 partirono i lavori per un edificio a croce latina poliabsidata.

Nel 1502 il grande artista rinascimentale morì e due anni dopo la soprintendenza ai lavori passò nelle mani di Antonio da Sangallo, che apportò modifiche e ampliamenti al progetto del predecessore. Nel corso del Cinquecento fu realizzata la cupola, una nuova facciata inglobò il vecchio oratorio e vennero terminate le navate laterali.

Prima di entrare nella chiesa, a destra si ammira un capolavoro della scuola aretina del Trecento racchiuso nel grande tabernacolo che sormontava l’ingresso del primo oratorio. Si tratta della “Annunciazione” databile intorno al 1370 e attribuita da alcuni storici al giovane Spinello Aretino, da altri al suo maestro Andrea di Nerio. L’affresco faceva parte del primo oratorio.

All’interno il percorso di visita inizia dal primo altare della parete sinistra, che accoglie un’opera giovanile di Giorgio Vasari, la “Deposizione di Cristo”, eseguita per la Basilica di San Domenico negli anni 1536-37 e trasportata nella sede attuale intorno al 1796-97.

L’altare successivo conserva una tela con sette “Santi” dipinta da Pietro Castellucci nel 1676, che presenta una nicchia centrale per un busto con la “Madonna e il Bambino” di inizio Cinquecento.

Il quarto altare mostra uno stupendo “Crocifisso” ligneo trecentesco di scuola toscana ricco di pathos, a seguire la Cappella Spadacci con la delicata “Annunciazione” di Matteo Rosselli del 1625-26.

La Cappella Ricciardi, nel transetto di sinistra, ospita una notevole “Adorazione dei pastori” di Niccolò Soggi del 1521, sovrastata dal prezioso organo seicentesco.

Al 1596 risale l’altare maggiore in marmi policromi, progettato da Bernardo Buontalenti, che accoglie la “Madonna delle Lacrime”, ovvero una “Madonna con il Bambino” della prima metà del XV secolo protagonista del miracolo del 1490, attribuita a Michele da Firenze.

Nel transetto di destra la Cappella Spadari è l’unica rimasta delle edicole a nicchia di fine Quattrocento. Al suo interno si ammirano le statue in terracotta di Agnolo di Polo raffiguranti la “Madonna con il Bambino tra San Francesco e San Rocco”, compiute tra il 1526 e il 1527.

Scorrendo la parete destra in direzione dell’uscita incontriamo quattro altari. La Cappella Montauti custodisce “L’estasi di San Francesco”, gioiello del 1641 di Pietro Berrettini, il secondo altare ospita la “Madonna in gloria tra San Donato e San Francesco” del 1665 di anonimo toscano, la terza e la quarta cappella accolgono le tele della prima metà del XVII secolo con “San Francesco che riceve le stimmate” di Bernardino Santini e la “Crocifissione” di Teofilo Torri.

Una lunetta dell’atrio fu parzialmente affrescata nel 1527 da Niccolò Soggi con “La Sibilla Tiburtina che annuncia a Ottaviano la venuta del Salvatore”. Discorso a parte lo meritano infine due grandi vetrate circolari di Guillaume de Marcillat, eseguite tra il 1524 e il 1525. In alto a destra si ammira lo “Sposalizio della vergine”, nella zona absidale la “Assunzione della Vergine”.

L’interno a tre navate della Chiesa della Ss. Annunziata, uno dei templi rinascimentali più belli di Arezzo

Madonna delle Lacrime di Michele da Firenze (prima metà XV sec.) protagonista del miracolo del 1490

Deposizione di Cristo di Giorgio Vasari, opera giovanile influenzata da Rosso Fiorentino (1536-37)

Crocifisso ligneo trecentesco di scuola toscana, in origine nella Chiesa di San Maria di Murello

Cappella Ricciardi con la bellissima Adorazione dei pastori di Niccolò Soggi, olio su tavola del 1521

Cappella Spadari con la Madonna con il Bambino tra i SS. Francesco e Rocco di Agnolo di Polo (1526- 27)

Estasi di San Francesco, pregevole olio su tela del 1641 di Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona

Tela con la Madonna in gloria tra San Donato e San Francesco, opera di anonimo toscano del 1665

Annunciazione di Spinello Aretino o Andrea di Nerio, nel tabernacolo esterno della chiesa (1370 circa)

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