Edificio tra i più imponenti del centro storico di Arezzo, la Badia delle SS. Flora e Lucilla è stata il principale monastero benedettino di Arezzo.
Fino al 1196 i monaci avevano la loro sede fortificata a Torrita di Olmo, a sud ovest della città, ma il Comune di Arezzo li costrinse a entrare in città per limitare la loro sfera d’influenza. Dopo aver usufruito di sedi provvisorie, nel 1209 si stabilirono a ridosso della cinta duecentesca, dove oggi sorgono piazza della Badia da una parte e piazza del Popolo dall’altra. Nel 1315 il complesso venne rinnovato, ma interventi più importanti ci furono a partire dal 1489 con la realizzazione del chiostro rinascimentale che si rifaceva al progetto redatto anni prima da Giuliano da Maiano.
I lavori proseguirono anche nel secolo seguente con un secondo chiostro più piccolo e il refettorio del 1525, che nel 1549 accolse il grandioso “Convito per le nozze di Ester e Assuero” di Giorgio Vasari, oggi nel Museo Statale di Arte Medievale e Moderna. Fino ai primi dell’Ottocento rimase in mano ai benedettini, ma dopo le soppressioni napoleoniche trovò altri utilizzi pubblici.
La Chiesa della Badia delle SS. Flora e Lucilla sorge accanto all’ex monastero, oggi plesso scolastico. Il primo edificio fu realizzato agli inizi del Duecento, ma negli anni Settanta di quel secolo ne fu costruito uno più grande, a navata unica, nella fase di transizione dallo stile romanico a quello gotico. Nuovi lavori ci furono nel Trecento e nella seconda metà del Quattrocento. Nel 1564, sulla base del progetto redatto da Giorgio Vasari, il luogo di culto fu rimaneggiato con l’aggiunta delle navate laterali, mentre il caratteristico campanile ottagonale venne innalzato a più riprese tra il 1649 e il 1711. Il restauro del 1914 mise in luce nella facciata la stratificazione della chiesa, ancora oggi uno degli scrigni d’arte più preziosi di Arezzo.
La parte sinistra della controfacciata ospita un capolavoro dell’arte rinascimentale ad Arezzo: il “San Lorenzo” affrescato da Bartolomeo della Gatta del 1476. Sempre nella controfacciata è presente la tela con la “Immacolata concezione” di Teofilo Torri del 1603.
Negli altari della parete sinistra si susseguono la “Vergine in gloria tra i santi Bartolomeo e Martino” e i “Santi Benedetto e Scolastica”, entrambe tele di Marco Mazzaroppi del 1606. La “Madonna della pappa” attribuita a Jacques Stella risale alla prima metà del XVII secolo, il “San Mauro taumaturgo” è invece una tela di Paolo de Matteis del 1690. Nel transetto sinistro si trova un tabernacolo scolpito da Benedetto da Maiano intorno al 1478.
Tra il 1562 e il 1564 Giorgio Vasari e i suoi collaboratori elevarono per l’altare maggiore della Pieve di Santa Maria Assunta il monumento sepolcrale che avrebbe accolto le sue spoglie, quelle della moglie e degli antenati, corredato nei diversi lati da dipinti su tavola con immagini di familiari e santi. Lì rimase fino al 1865, quando in seguito agli interventi che miravano a ripristinare l’aspetto medievale del luogo di culto, l’altare fu trasferito nella Chiesa della Badia. Il lato anteriore è connotato dalla “Vocazione dei SS. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni”, già realizzata nel 1551, mentre sul retro si trova il “San Giorgio e il drago” di Giovanni Stradano. Di fronte all’altare si ammira il “Paliotto Mellini – Serragli” di Bernardo di Stefano Rosselli del 1478 e nell’abside è incastonato l’organo seicentesco, impreziosito dalle “Santa Flora” e “Santa Lucilla” di Raffaello Vanni del 1651.
Sopra il transetto, proprio di fronte all’altare vasariano, si trova la celebre finta cupola di Andrea Pozzo con il suo spettacolare inganno ottico del 1702.
Ripartendo da destra, nel transetto si osserva il “Matrimonio mistico di Santa Caterina” di Teofilo Torri del 1605-06. Scorrendo verso l’uscita, sopra la porta della sagrestia si ammira il grandioso “Crocifisso” su tavola di Segna di Bonaventura, realizzato intorno al 1319.
A seguire, gli altari della parete destra presentano la “Madonna con il Bambino e i santi Mauro, Lucia e Luigi IX” di Bernardino Santini degli anni Quaranta del Seicento, il “Crocifisso” ligneo di Baccio da Montelupo del 1504-10 e la “Visitazione” di Giovanni Antonio Lappoli del 1524-26.
Il percorso tra la meraviglie della chiesa benedettina si concludono nella parte destra della controfacciata, che accoglie la cosiddetta “Pala Albergotti”, ovvero una grande tavola di Giorgio Vasari formata da una parte centrale con la “Assunzione e Incoronazione della Vergine” del 1566, a cui nel 1570 furono aggiunti ai lati “San Donato” e “San Francesco” e nella centina della cornice monumentale otto tavolette con ritratti di sante. Anche quest’opera fu trasferita dalla Pieve di Santa Maria Assunta intorno al 1865.
Interno a tre navate della chiesa sorta come luogo di culto della vicina Badia delle SS. Flora e Lucilla
Vocazione dei SS. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni di Giorgio Vasari nell’altare maggiore (1551)
Altare maggiore realizzato da Giorgio Vasari e collaboratori tra il 1562 e il 1564
Il San Lorenzo nella controfacciata, un capolavoro affrescato da Bartolomeo della Gatta nel 1476
La celebre finta cupola di Andrea Pozzo, artista e padre gesuita, con il suo inganno ottico (1702)
Grandioso Crocifisso su tavola di Segna di Bonaventura, realizzato intorno al 1319
Crocifisso ligneo di Baccio da Montelupo nella parete destra della chiesa, pregevole opera del 1504-10
Assunzione e Incoronazione della Vergine di Giorgio Vasari, nota anche come Pala Albergotti (1566/70)
Madonna con il Bambino e i SS. Mauro, Lucia e Luigi IX di Bernardino Santini (anni Quaranta XVII sec.)
Matrimonio mistico di Santa Caterina di Teofilo Torri nel transetto destro della chiesa (1605-06)
I Santi Benedetto e Scolastica, olio su tela di Marco Mazzaroppi del 1606 con Montecassino sullo sfondo