Sansepolcro è un must della tua visita in Valtiberina. La gente del posto lo chiama semplicemente Borgo e poco oltre le sue mura antiche la Toscana diventa Umbria.
Questa popolosa e vivace cittadina dell’Alta Valle del Tevere ha una posizione strategica. Il centro storico di Arezzo dista circa 40 minuti d’auto e anche l’Alpe di Catenaia e l’Alpe della Luna, Anghiari, l’Eremo di Montecasale e il Lago di Montedoglio si trovano a un tiro di schioppo da qui.
Che turista sei? Sansepolcro per tutti i desideri
La città di Piero della Francesca e del Palio della Balestra ti propone un ventaglio davvero variegato di attrazioni. Disseminate qua e là ci sono tante testimonianze del passato del Borgo. Palazzi signorili, strade, piazze e chiese sono pronte a raccontartelo.
Secondo una famosa leggenda, Sansepolcro fu fondata alla fine del X secolo da Arcano ed Egidio, due pellegrini che erano appena tornati dalla Terra Santa. I viaggiatori – destinati entrambi a diventare santi – decisero di fermarsi proprio in Valtiberina dopo aver ricevuto un segnale da Dio.
Per conservare e venerare le sacre reliquie che avevano recuperato a Gerusalemme, costruirono una cappellina, il primo edificio di Sansepolcro e l’origine del suo nome.
Da libero comune alla signoria dei Tarlati e dei Malatesta, per diventare più avanti dominio papale e poi fiorentino, la città ha vissuto un Medioevo movimentato ma molto luminoso. Oggi puoi vedere lo stile di quel periodo e del Rinascimento nel profilo del centro storico.
La Seconda Guerra Mondiale ha mutilato il Borgo di uno dei suoi monumenti simbolo. Ne sentirai parlare più avanti, a proposito di piazza Torre di Berta.
Piero e Luca, i vip di Sansepolcro
Fra i motivi che rendono Sansepolcro una destinazione decisamente accattivante c’è Piero della Francesca. Sapevi che si firmava Piero dal Borgo? Può sembrare un dettaglio banale, ma questa scelta la dice lunga sul suo legame con la città natale.
Grandissimo pittore del Quattrocento, è stato l’autore del ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce nella Basilica di San Francesco ad Arezzo e di alcuni capolavori in mostra a Sansepolcro.
Il nome più conosciuto dopo il suo è quello di Luca Pacioli. I numeri erano i suoi attrezzi del mestiere: amico e collaboratore di Leonardo da Vinci, fu uno dei massimi matematici del Rinascimento. La sua figura si lega anche a Piero della Francesca, di cui è stato allievo. Infatti, Luca ha spiegato la teoria matematica usata nella costruzione della prospettiva delle opere d’arte dell’insegnante.

In giro per Sansepolcro: Porta Romana e Porta Fiorentina
Un ingrediente irrinunciabile dell’identità cittadina è la storica rivalità tra i due rioni, che prendono nome dalle porte da cui si entra a Sansepolcro. Porta Romana, quella più a sud, è rimasta senza arco, mentre Porta Fiorentina è ancora integra.
La competizione fra i giallorossi e i viola si accende almeno due volte l’anno, durante una storica partita di calcio e al Palio dei Rioni.
Frecce da tradizione: il Palio della Balestra
Porta Fiorentina e Porta Romana si affrontano in una speciale sfida interna nell’ambito del Palio della Balestra. Se vuoi assistere dal vivo al duello in piazza Torre di Berta, fatti trovare a Sansepolcro la seconda domenica di settembre.
La gara principale però vede i tiratori di Sansepolcro uniti contro quelli di Gubbio, le uniche due città in Italia dove questa consuetudine medioevale e rinascimentale si è mantenuta. Oggi manifestazione storica, ieri occasione di allenamento alla balestra. Casomai fosse servito il loro contributo per difendere la comunità…
Come funziona il Palio? I tiratori devono centrare il bersaglio con frecce scagliate da antiche balestre. Mica facile, a 36 metri di distanza! L’evento segue un rituale preciso, che comprende un corteo storico e un’esibizione degli sbandieratori.
Tutti coloro che animano il Palio indossano costumi rinascimentali ispirati agli affreschi di Piero in uno spettacolo di colori scandito dal rullo dei tamburi e dagli squilli di chiarine.
Il Museo Civico
Piero della Francesca è come un leitmotiv in provincia di Arezzo. Nelle sale spaziose del Museo Civico potrai ammirare la storia artistica della città e i capolavori di Pontormo, Andrea Della Robbia, Raffaellino del Colle, Santi di Tito. Ma è innegabile che siano i dipinti di Piero a fare la parte del leone.
Lasciati avvolgere dall’abbraccio della Vergine protagonista del Polittico della Misericordia, mentre lo sfondo dorato congiunge riquadri e personaggi in quest’opera complessa e raffinata. Lo stile di Piero non può che lasciarti senza fiato.
La Sala dell’Udienza invece ospita tre affreschi. È inevitabile che quelli raffiguranti i Santi Giuliano e Ludovico passino in secondo piano davanti alla bellezza sublime della Resurrezione. Nei dettagli troverai il segno dell’irraggiungibile talento di Piero.
Pare che in un paio di opere custodite al Museo Civico di Sansepolcro il pittore abbia firmato il lavoro inserendo anche due autoritratti. Riesci a trovarli?

La casa natale di Piero
Un altro luogo molto caro ai biturgensi (si chiamano così gli abitanti di Sansepolcro) è la casa natale di Piero della Francesca. Si trova in via Niccolò Aggiunti, che è un po’ la via dei musei. Il palazzo, che è sede della Fondazione Piero della Francesca, è l’unica eredità del suo celebre ex inquilino come architetto. Infatti, oltre ad esserci nato, il maestro rinascimentale l’ha ristrutturato personalmente.
Qui troverai un mini museo e dei percorsi interattivi per approfondire due lati poco conosciuti di Piero della Francesca. Da una parte il suo rapporto con Luca Pacioli, dall’altra i gioielli che compaiono nelle sue opere.
Piazza Torre di Berta
Una panchina ti aspetta in piazza Torre di Berta, un angolino nel cuore della città. Qui percepirai forte e chiara un’assenza. Cosa manca? Il campanile del Duecento che per secoli è stato l’emblema di Sansepolcro. Torre di Berta, appunto.
La sua distruzione avvenne di notte, tra il 30 e il 31 luglio 1944, ad opera dei nazisti in ritirata. La gente di qua l’ha soprannominato la “neve di luglio” a causa della polvere sollevata dalle mine con cui la torre fu fatta saltare in aria a mo’ di rappresaglia. Dedica almeno qualche minuto a questo luogo malinconico del Borgo, che accoglie ogni anno il Palio della Balestra.

Aboca Museum
Aboca Museum è un museo delle erbe che esplora la relazione fra uomo e mondo vegetale. Il palazzo del Cinquecento che lo ospita si aggiunge ai luoghi della cultura affacciati su via Aggiunti.
Vivi quest’esperienza con tutti i sensi. Puoi toccare piante e fiori essiccati, odorarne il profumo. Indugia con lo sguardo tra i sontuosi decori dell’edificio rinascimentale e uno stuolo di oggetti e strumenti dall’aspetto un po’ onirico.
Il percorso interattivo imperniato su innovazione scientifica e sostenibilità ti condurrà fino a un labirinto di bilance, vasi, ampolle, mortai, erbari e volumi di farmacia e medicina.
La spezieria, la cella dei veleni, il laboratorio fitochimico e la farmacia ottocentesca sono stati fedelmente ricostruiti per condurti in un itinerario affascinante e coinvolgente nella tradizione delle erbe medicinali.
Museo Bernardini Fatti della Vetrata Antica
A Sansepolcro c’è un altro indirizzo particolare, unico nel suo genere non solo in terra d’Arezzo ma in tutta Italia. Al Museo Bernardini Fatti della Vetrata Antica disegni, cromie, conoscenza della luce e maestria tecnica creano un mix straordinario.
Non perderti la fantastica raccolta di opere risalenti per lo più alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo. Oltre ai lavori finiti dei maestri vetrai, sono esposti tavole a colori, bozzetti, testi e incisioni. Conoscere tutte le fasi di produzione delle vetrate sarà un modo per dialogare a distanza con gli artisti che le realizzarono, decenni fa.
Il pezzo forte del museo è una riproduzione su vetro a grandezza naturale dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Anche qui senti l’eco del nome di Piero della Francesca. Lo spazio espositivo è all’interno della Chiesa di San Giovanni Battista, dove Piero dipinse il Battesimo di Cristo, una delle sue opere più famose che oggi si trova a Londra.
È l’ennesima testimonianza del legame fra Piero e il suo Borgo di cui Sansepolcro risplende ancora, secoli dopo la scomparsa del suo eccelso artista.