Il Castello di Gargonza

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Nel 1200 il borgo apparteneva alla potente famiglia degli Ubertini, al tempo anche signori di Monte San Savino, che ne mantennero la funzione militare, di cui le possenti mura e la torre merlata sono una testimonianza evidente.

Sin dal XIII secolo Gargonza fu al centro di una tesa relazione tra Siena, Arezzo e Firenze, che più volte se ne contesero la proprietà. Tra ripetuti assedi, rivolte e passaggi di mano furono i fiorentini a prevalere, mantenendo il castello fino al 27 febbraio 1546 quanto i Medici lo cedettero al marchese Luigi Lotteringhi della Stufa, dalla cui famiglia passò al Marchese Corsi Salviati e infine divenne proprietà della famiglia Guicciardini.

Con il XV secolo Gargonza divenne una comunità autonoma che sfruttava i boschi e produceva lana, come da statuto del 1440. Gli fu assegnata una propria chiesa, dedicata ai Santi Tiburzio e Susanna tuttora esistente e consacrata, ed una scuola che rimase attiva dal 1924 al 1968. Gargonza era quindi una vera e propria comunità indipendente dal punto di vista civile, economico e religioso, che nel 1833 contava ben 654 abitanti.

Con la dissoluzione del sistema mezzadrile ed il conseguente esodo rurale cominciato dopo la II Guerra Mondiale, la popolazione diminuì e nel 1960 Gargonza era ormai quasi totalmente disabitata. La famiglia Guicciardini Corsi, proprietaria del borgo, decise di investire nella creazione di una residenza d’epoca; scelta che ha salvato il castello e lo ha portato fino ai giorni nostri.

Tra i vari fatti storici che interessarono il borgo, si ricorda che nel 1302 Gargonza fu sede di un famoso incontro tra i Ghibellini di Firenze e Arezzo, assieme ad alcuni guelfi rinnegati, tra i quali l’esule Dante Alighieri e nel 1921 sopra la porta d’ingresso al castello venne posta una targa a ricordo del passaggio del Sommo Poeta.

Dalla porta, con una breve salita si raggiunge la piazza principale, adornata con un pozzo ottagonale e dominata dalla torre del cassero, restaurata ed ampliata nel 1838. Le abitazioni, un tempo residenza dei lavoratori agricoli, seguono il corso circolare delle mura, quasi a creare la forma di una conchiglia.

Continuando dalla piazza sulla destra, si raggiunge la chiesa romanica, una volta affiliata alla parrocchia di Monte San Savino, poi divenuta chiesa autonoma del popolo di Gargonza. 

Lasciando la chiesa e continuando sulla strada principale si incontra il Frantoio che ingloba una piccola Cappella, una volta possedimento della Confraternita dei Laici di Gargonza, all’interno della quale è presente un’iscrizione che ricorda il titolo originale di Santa Maria e il suo restauro avvenuto nel 1824. 

Gargonza, un borgo, un castello, un luogo magico sospeso nel tempo da assaporare con calma e senza fretta.

Un angolo di mondo ancora in grado di meravigliare.

 

Il Castello di Gargonza

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