La Città del diario e il Premio Pieve Saverio Tutino

Mettiti comodo per ascoltare una favola vera e a lieto fine che, in qualche modo, riguarda anche te.

La chiave della memoria

La seconda vita di Pieve Santo Stefano inizia alla fine del secondo conflitto mondiale. Il paese era quasi completamente raso al suolo. Una città sfigurata, sia nei suoi luoghi materiali che negli spazi della mente e del cuore, quelli dove la comunità si incontra, condivide e si riconosce. E cos’è un paese senza ricordi? In poche parole, Pieve doveva ricominciare da zero.

È da quel cratere di memoria perduta che è scaturita la scintilla da cui è nato l’Archivio dei Diari, un archivio pubblico di documenti autobiografici scritti da gente comune. Sui suoi scaffali trovano posto più di 9.000 tra diari, epistolari e autobiografie provenienti da ogni parte d’Italia. Praticamente una città di carta e inchiostro.

Un esperimento di successo

Avrai già intuito che l’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano è qualcosa di fuori dal comune. Per intendersi, non ha niente a che vedere con un posto lugubre e polveroso, pieno di armadi chiusi a chiave. Semmai, il contrario.

Il materiale autobiografico qui conservato viene consultato da un gran numero di studiosi e ricercatori, dà spunto a film e spettacoli teatrali ed è oggetto di convegni e pubblicazioni editoriali. Così questo scrigno della memoria in terra di Arezzo si è trasformato in un modello di realtà culturale imitato in tutta Europa.

Il Piccolo Museo del Diario, una finestra sull’Archivio

L’Archivio è un perenne fiorire di attività e progetti, un centro propulsore di iniziative che mirano allo stesso obiettivo: custodire, far dialogare e conoscere le storie di vita della gente comune. Intrecciare la memoria collettiva, che si trascina dietro la storia con la “S” maiuscola.

Da qualche anno esiste un percorso interattivo e multisensoriale, allestito al primo piano del palazzo comunale di Pieve. Quattro stanze in cui le emozioni rimbalzano sulle pareti e parole e biografie ti si incollano addosso. È il Piccolo museo del diario.

Preparati a mettere in discussione principi che credevi incontestabili, ad ascoltare anziani e bambini di altri tempi. Ridi, indignati, rifletti e commuoviti a contatto con pensieri e stati d’animo di estranei che ti somigliano un sacco. Può succedere di tutto al Piccolo Museo del Diario, ma quando te ne andrai non sarai più lo stesso di prima.

Il Premio letterario Pieve Saverio Tutino

È una strada impegnativa, ma assolutamente affascinante. L’ha scelta per Pieve il giornalista e scrittore Saverio Tutino, l’ideatore e fondatore dell’Archivio Diaristico Nazionale. Proprio a Tutino, scomparso nel 2011, è intitolato il Premio Pieve.

È un contest meraviglioso e originale, che si svolge a settembre e rispecchia alla perfezione la vocazione dell’Archivio dei Diari. In più, grazie a questa competizione di scrittura popolare, ogni anno nuovi testi arrivano alla casa della memoria di Pieve Santo Stefano.

Come funziona il concorso?

Il concorso per testi autobiografici è il magnete più potente per il pubblico. Se te lo stai chiedendo la risposta è sì, anche tu puoi partecipare. Non devi essere per forza l’autore del testo che hai intenzione di inviare all’Archivio (ma consulta attentamente il regolamento per saperne di più). Deve però trattarsi di scritti autentici, non rielaborati né corretti da altri. È fondamentale che siano testi inediti – e tra poco capirai perché.

Nei mesi precedenti la manifestazione vera e propria, una apposita commissione legge tutti i diari e si confronta, per selezionare una rosa di testi finalisti. Saranno queste le storie che si sottoporranno al giudizio attento della giuria e si contenderanno la vittoria al Premio Pieve: un premio in denaro e la pubblicazione editoriale.

Un festival della condivisione

Tieni d’occhio la tua agenda e fai di tutto per essere libero nei giorni più attesi dell’anno a Pieve Santo Stefano. Il concorso è un’occasione di festa per la Città del diario e dura tre giorni.

Performance, video, incontri pubblici, presentazioni di libri e spettacoli teatrali si susseguono nel calendario del Premio Pieve fino al gran finale. È questo il momento più entusiasmante dell’appuntamento culturale, fin da quando i primi spettatori iniziano a riempire piazza Pellegrini, dove viene montato un grande palcoscenico.

È il pomeriggio della finale, al termine del quale sarà svelato il documento vincitore. Un rito laico più che un semplice evento dal vivo, con gli estratti dei testi che hanno superato la selezione che diventano materia viva e condivisa, grazie alla lettura recitata di attori professionisti. Contribuiscono allo spettacolo i portavoce di ciascun diario, coloro che li hanno scritti o che li hanno messi a disposizione dell’Archivio, ospiti, musicisti.

Se riuscirai a prendere posto fra gli spettatori, avrai il privilegio di assistere a uno spettacolo unico. Il racconto di uno si trasfigura nella biografia di tutti, in un gioco di specchi e rimandi in cui ti sentirai coinvolto più che mai. Una doccia di umanità fatta di gioie e sofferenze e della magia della condivisione.

Perché la terra di Arezzo non è solo boschi e musei, ma il cuore pulsante di una comunità viva e attiva, che celebra ogni giorno la meraviglia della partecipazione.

Foto di Luigi Burroni