Monterchi sorge alla confluenza dei torrenti Cerfone e Padonchia, affluenti del Tevere. Il suo nome deriva dal latino Mons Herculis, in riferimento forse a un tempio dedicato al semidio già presente in epoca etrusca sulla collina in cui si sviluppa il paese. Una leggenda parla addirittura di centro fondato proprio da Ercole dopo aver sconfitto il mostro Idra.
Il territorio comunale monterchiese si sviluppa nella Valtiberina, nella Valcerfone e nella Val Padonchia. Il capoluogo è prossimo all’antica strada che collegava le romane Arretium e Tifernum Tiberinum, ovvero Arezzo e Città di Castello.
Nel VII secolo Monterchi divenne uno strategico avamposto longobardo durante le lotte contro i bizantini. Intorno all’anno Mille la zona figurava sotto il controllo dei Marchiones o Marchesi del Monte Santa Maria. Nel medioevo si sviluppò sulla collina il borgo fortificato, conteso per tutto il Duecento da Arezzo e Città di Castello, finché agli inizi del Trecento si affermò la seconda grazie ai Tarlati da Pietramala, che dominarono su Monterchi fino al 1440, anno della Battaglia di Anghiari tra fiorentini e milanesi, dopo la quale il paese fu sottomesso da Firenze. Sotto il governo mediceo, tra il 1560 e il 1570, fu dotato di nuove mura.
Nel 1917 Monterchi fu colpita da un terribile terremoto che causò ingenti danni al patrimonio storico e architettonico del paese. Dal 1927 al 1939 il luogo fu staccato da Arezzo e inserito in Umbria, ma le proteste della popolazione riportarono Monterchi dentro i confini toscani.
Dalla Porta Vecchia si raggiunge la centrale Piazza Umberto I, con il Palazzo Comunale e la Torre Civica di origine medievale ricostruiti dopo il terremoto e il seicentesco Palazzo Marzocchi. Accanto alla sede del Comune si trova anche la Pieve di San Simeone documentata dal XIII secolo, quasi completamente riedificata dopo il terremoto del 1917. Fuori dal centro storico si trova la Chiesa di San Benedetto con l’attiguo monastero femminile benedettino sorto secondo la tradizione nel X secolo grazie a San Romualdo. La facciata della chiesa è in stile neoclassico, frutto della ristrutturazione del 1840.
Lungo la strada che porta a Città di Castello, quasi al confine con l’Umbria, si trova la Pieve di Sant’Antimo, trasformata in colonica nel 1886. In origine era presente nella zona una pieve paleocristiana del V-VI secolo che aveva giurisdizione su Monterchi, Citerna e Celle. Intorno all’XI secolo venne trasferita a breve distanza, ma leggermente più in alto. Con la nascita della diocesi di Sansepolcro il piviere perse d’importanza e fu smembrato. Citerna venne assegnata a Città di Castello, Monterchi e Celle a Sansepolcro.
Il territorio di Monterchi ha tanti segreti da svelare. San Michele Arcangelo in Padonchia è di epoca longobarda ma più volte rimaneggiata. Al suo interno si ammirano affreschi quattro-cinquecenteschi di autori locali. Di origine longobarda ma alterata nei secoli è anche la Chiesa di San Michele Arcangelo a Pienezze, con una “Pietà” del XIV secolo in terracotta policroma. Nella valle del Padonchia si trovano anche i resti di Torre d’Elci e il misterioso monolito detto “Tina dell’Omo Salvatico”, forse ciò che rimane di un’ara pagano che la tradizione ricollega a un leggendario personaggio.
Sulla strada per Arezzo si trova il cinquecentesco Santuario della Madonna Bella di Pocaia, sormontato dalla Chiesa di San Biagio di origine duecentesca. La Chiesa di Sant’Apollinare al Poggio è invece di origine bizantina, ma venne rifatta in stile romanico nel XII secolo. Fu la chiesa parrocchiale della località Le Ville fino alla realizzazione della Chiesa di Santa Maria della Pace, inaugurata nel 1967 lungo la Sr73. All’interno è custodita una “Madonna con il Bambino” duecentesca proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Scandolaia del XII secolo.
Monterchi è celebre per la presenza della “Madonna del Parto”, affresco staccato dalla Cappella di Santa Maria in Momentana, ricordata fin dal XIII secolo. Capolavoro di Piero della Francesca, fu eseguita tra il 1455 e il 1465 in onore della madre monterchiese. L’affresco è conservato nel Museo Civico della Madonna del Parto, ricavato dalla ex scuola elementare. Sempre a Monterchi, all’interno del cinquecentesco Palazzo Massi, si trova il Museo delle Bilance, unico del suo genere in Europa.
Monterchi
Monterchi
Madonna del Parto di Piero della Francesca