Valtiberina e Casentino tra fiumi e foreste
Due valli plasmate dai fiumi principali del Centro Italia: L’Arno e il Tevere. Borghi, pievi e castelli dalla grande storia che ne seguono i corsi. L’Alpe di Catenaia, con i suoi boschi, a separare i due bacini idrografici. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi a ricordare che natura e spiritualità sono un binomio inscindibile. Questi sono gli ingredienti che fanno della Valtiberina e del Casentino due territori contigui da visitare in ogni stagione.
Delimitata dall’Alpe di Catenaia a ovest e dall’Alpe della Luna a est, l’alta valle del Tevere è da sempre un crocevia fondamentale per mettere in collegamento Toscana, Romagna, Marche e Umbria. Questa caratteristica ha permesso alla Valtiberina di sviluppare legami culturali, economici e sociali tra aree geografiche differenti, assorbendone il meglio. Una terra di grandi personaggi e paesaggi indimenticabili, in cui i centri maggiori sono le punte di diamante di un territorio da scoprire angolo dopo angolo.
Piero della Francesca, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Basterebbe questo trio delle meraviglie, che ha incrociato il proprio destino con l’alta valle del Tevere, per comprendere l’importanza della Valtiberina. Le suggestioni che questo territorio sa regalare a chi lo visita aiutano a capire lo straordinario rinnovamento del pensiero e delle arti che tra la fine del XIV e la prima metà del XVI secolo misero l’uomo al centro del mondo.
Il capolavoro “perduto” di Leonardo
Il 29 giugno 1440 Anghiari fu teatro di una battaglia campale tra fiorentini e milanesi. Nel 1503 Firenze commissionò a Leonardo da Vinci un enorme dipinto per una parete del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a ricordo della vittoria. Per eseguire l’opera il genio rinascimentale sperimentò delle tecniche che non dettero i risultati sperati. Scoraggiato per il fallimento, abbandonò il progetto. La “Battaglia di Anghiari” rappresenta ancora oggi uno dei più grandi e irrisolti misteri della storia dell’arte.
I capolavori di Piero della Francesca nella sua terra natale
Piero della Francesca è considerato uno degli artisti cardine del Rinascimento italiano, una delle figure più influenti del suo tempo, sia come pittore, sia come matematico. Oggi sono poche le opere dell’artista di Sansepolcro che ci sono rimaste. Il nucleo più consistente si trova nella città di Arezzo e in Valtiberina, i cui paesaggi sono spesso rappresentati nei capolavori eseguiti da questo assoluto genio dell’arte di tutti i tempi.
Il luogo più caro a San Francesco da cui partono numerosi cammini francescani
Il 14 settembre 1224 San Francesco d’Assisi ricevette sul Monte Verna le stimmate. Nel luogo dell’episodio miracoloso sorse un santuario che ancora oggi è metà di pellegrinaggi da tutto il mondo. La Basilica di Santa Maria degli Angeli e la Cappella delle Stimmate accolgono alcune delle più belle terrecotte robbiane mai realizzate. Il Sasso Spicco è un luogo mistico dove il futuro santo amava rifugiarsi per pregare e meditare sotto a un gigantesco masso sospeso.
Caprese è il borgo in cui è nato uno dei più grandi artisti del Rinascimento, Buonarroti Michelangelo
Sorto come borgo fortificato medievale, Caprese Michelangelo divenne una podesteria dove il 6 marzo 1475 nacque Michelangelo Buonarroti, uno dei massimi geni del Rinascimento. A quel tempo il padre Ludovico, appartenente al patriziato fiorentino, era podestà di Chiusi e Caprese. La Casa Natale di Michelangelo e la Chiesa di San Giovanni Battista, dove l’artista venne battezzato, sono i luoghi più noti di un territorio immerso nella natura.
I Monti Rognosi, nel territorio di Anghiari, si differenziamo per la particolare composizione geologica: sono infatti costituiti da ofioliti, dal greco ophis (serpente) e lithos(roccia), quindi “roccia del serpente“, di origine magmatica di colore verde scuro e nero. Le rocce contengono preziosi minerali dai colori sorprendenti che cambiano in base alle condizioni meteorologiche e di luce, sui quali cresce una vegetazione unica, con specie endemiche e specializzate.
Il Casentino è la prima valle dell’Arno, quella su cui scorre il fiume dei toscani dalla sua nascita sul Monte Falterona fino alla grande curva nei pressi di Giovi, dove secondo Dante Alighieri torce il muso agli aretini e si dirige verso Firenze attraverso il Valdarno. Lungo il tragitto l’Arno attraversa una serie di centri dalla grande storia, che ancora oggi trasuda dalle pietre dei centri storici o dai castelli, che come inviolabili guardiani controllano il corso del fiume.
Il Casentino è terra di arte, natura, spiritualità e tradizioni che il tempo non riesce a scalfire. Borghi, pievi e castelli del medioevo, splendidamente conservati, sono inseriti in contesti ambientali che cambiano nei colori con il passare delle stagioni, ma rimangono immutati nella bellezza. Una terra popolata da uomini e donne che si tramandano antichi mestieri e saperi, presentandoli con una nuova chiave di lettura che guarda al futuro attraverso il passato.
Oggi icona del made in Italy esportata in tutto il mondo, il panno casentino ha una storia lunga almeno sette secoli. Già nel Trecento gli abitanti di Stia pagavano le tasse a Firenze usando i loro panni di lana, ottenuti con la follatura per renderli impermeabili, la garzatura per avere un lato peloso e la rattinatura per creare i riccioli, che un tempo servivano a rendere il tessuto più resistente all’usura, ma oggi sono elementi che rendono il panno inconfondibile.
Capolavoro del romanico in Casentino, la Pieve di San Pietro a Romena è immersa in un contesto ambientale da sogno. Fu fatta edificare nel 1152 dal pievano Alberico sui resti di una precedente chiesa. L’abside poligonale è un tripudio di arcate, colonnette, monofore, bifore e trifore. All’interno sacro e profano si intrecciano senza soluzione di continuità nei capitelli, tra simboli, figure umane, animali reali e mitologici, citazioni bibliche e motivi vegetali.
Situato nell’Appennino tosco-romagnolo, compreso nei territori della Toscana e dell’Emilia Romagna, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è un paradiso per gli amanti della natura che offre infinite possibilità escursionistiche in ogni stagione. Un’area protetta percorsa da oltre 600 chilometri di sentieri per tutte le esigenze, tra panorami mozzafiato, foreste millenarie, luoghi sacri, tradizioni e località tutte da scoprire.
Dalla pianura alla montagna, boschi, foreste, fiumi e laghi
Fitte foreste verdi e cristalline acque di fiume: un territorio vario che vanta tantissimi parchi e riserve naturali da visitare. Come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, le Riserve di Sasso Simone e dell’Alpe della Luna sulla dorsale appenninica, fino a quelle fluviali sull’Arno. Luoghi protetti ma a cui si può accedere, in cambio di rispetto e attenzione per l’ambiente.
Camaldoli, La Verna e i cammini di Francesco
L’intera terra di Arezzo è avvolta da un’aura di misticismo profondo, che si lega indissolubilmente alla figura di San Francesco, qui trovò rifugio e trascorse buona parte della sua esistenza. Il luogo più importante è il Santuario della Verna all’interno delle foreste casentinesi, dove vive anche la comunità dei monaci benedettini di Camaldoli, tra solitudine e preghiera.