Il territorio comunale di Capolona, compreso tra le pendici meridionali del Pratomagno e la riva destra dell’Arno, corrisponde in gran parte con gli antichi i possedimenti della Badia di San Gennaro a Campoleone risalente al X secolo.
Quando nel 1808 fu istituito il Comune di Capolona, il municipio venne inaugurato in località Castelluccio, il luogo più vicino all’antica badia già da tempo abbandonata, ma con lo sviluppo dell’abitato intorno al sito industriale della zona di Ponte Caliano nel corso del Novecento, la sede comunale venne trasferita alle porte del Casentino, dove si trova ancora oggi ben servita dalla via Umbro Casentinese e dalla ferrovia Arezzo-Pratovecchio-Stia.
La visita alla scoperta del territorio può iniziare proprio da luogo dove sorgeva l’abbazia fondata nel 972 e successivamente affidata dal vescovo di Arezzo Elemperto ai monaci benedettini cassinesi. Dal X al XII secolo visse un periodo di grande splendore, ma la sua influenza politica portò il Comune di Arezzo ad attaccarla nel 1214, costringendo l’abate a cedere i castelli e le terre sotto la sua giurisdizione. Fu l’inizio di un lento e inesorabile declino che si concluse nel 1527, quando fu guastata da Carlo di Borbone, nemico di Firenze. Sulle rovine del complesso abbaziale sorse in seguito Villa Bacci.
A breve distanza si trova la località di Castelluccio, in riferimento a un piccolo castello che controllava questa parte dell’Arno. Del fortilizio medievale rimangono poche tracce, come la cosiddetta Portaccia. La Chiesa di San Michele Arcangelo risale al Trecento ed è documentata come Sant’Angelo in Fabriciano. Nella seconda metà dell’Ottocento fu ricostruita e impreziosita della torre campanaria con l’orologio al posto di un piccolo campanile a vela.
Proseguendo sulla sponda destra dell’Arno si incontra Vado, un suggestivo borgo che nel nome fa riferimento a un antico guado sul fiume.
Per gli amanti delle lunghe passeggiate, la zona di Capolona offre itinerari che dalle sponde dell’Arno e in località di collina da cui si godono panorami unici. Tra i luoghi più conosciuti Cafaggio, dove sono riemersi reperti di origine neolitica, Bibbiano, con la possente torre diventata campanile della chiesa parrocchiale, e Belfiore, con la torre superstite di un castello citato dal 1161.
Anche il patrimonio religioso capolonese è di grande valore. A Pieve San Giovanni, l’antica Sulpiciano con vista panoramica sulla suggestiva Valle delle Piagge, si trova la Pieve dei Santi Giovanni Battista e Martino. È documentata dal X secolo, ma l’aspetto attuale è frutto di vari rimaneggiamenti, il più importante dei quali avvenne nel Settecento. A San Martino Sopr’Arno la Pieve di San Martino è citata nel 1017 tra i possedimenti dei canonici della Chiesa aretina. Dell’antico luogo, trasformato nell’Ottocento, rimane l’abside semicircolare e alcuni parti murarie. A Cenina si trova la Pieve di Sant’Anna, anche questa risalente al medioevo ma più volte modificata nel tempo.
L’edificio sacro più importante e conosciuto del territorio di Capolona è tuttavia la Pieve di Santa Maria a Sietina. Il nome fa riferimento a Satres, il dio Saturno degli etruschi al quale era dedicato un tempio in questa zona, a cui fece seguito una chiesa paleocristiana e quindi la pieve romanica triabsidata del XIII secolo che ammiriamo ancora oggi.
Al suo interno sono custoditi dei cicli di affreschi di grande importanza per studiare l’evoluzione della pittura aretina tra Trecento e Quattrocento. Uno è databile al periodo 1370/80 ed è attribuito principalmente al cosiddetto Maestro di Pieve a Sietina, un altro è collocabile agli anni Novanta del XV secolo e venne eseguito da seguaci di Lorentino d’Andrea influenzati dall’arte di Piero della Francesca.
Questo secondo ciclo è da collegare alla famiglia Bacci, mercanti aretini specializzati nel commercio delle spezie e della lana. Un’iscrizione nel borgo di Sietina ricorda infatti il matrimonio tra Francesca di Onofrio da Pantaneto e Magio dei Bacci. Grazie a quella cerimonia i Bacci commissionarono dei nuovi cicli di affreschi che si affiancarono a quelli trecenteschi.
Pieve a Sietina
Capolona
Capolona
Capolona
Castelluccio
Badia di Campoleone