Il territorio aretino e la Riserva Naturale di Ponte Buriano e Penna
Un paesaggio fatto di dolci colline che degradano verso il fiume Arno, un’area naturale protetta di grande valore che si sviluppa per sette chilometri lungo il corso del grande fiume toscano, il Pratomagno che vigila dall’alto su resti di gloriosi castelli, tracce archeologiche e antiche chiese. Un ponte romanico di straordinaria bellezza che ha fatto da sfondo anche al quadro più famoso ed enigmatico del mondo: la “Gioconda” di Leonardo da Vinci.
Sulla sponda destra dell’Arno, dove i territori di Arezzo, Castiglion Fibocchi e Capolona si incontrano e vengono attraversati dalla via Setteponti e dalla via dello Spicchio, si possono osservare tanti minuscoli borghi e antiche pievi che spuntano tra campi sapientemente coltivati e sinuosi colli dove il tempo scorre lento. Una dimensione agreste e bucolica di grande suggestione per tutti coloro che visitano il luogo.
La Riserva Naturale Regionale di Ponte Buriano e Penna è un paesaggio toscano ricchissimo per biodiversità e con un grande legame con la storia. Grandi spazi verdi e boschi dove fare passeggiate. Sentieri accessibili per un’area di circa sette chilometri lungo il letto dell’Arno, dal ponte romanico di Ponte Buriano fino alla diga della Penna. Un trekking per ricongiungersi con la natura e trovare la giusta ispirazione.
Leonardo da Vinci attraversò spesso il territorio aretino nei suoi spostamenti per l’Italia. Lo conosceva bene anche perché, su incarico di Cesare Borgia, aveva eseguito studi e rilievi sul territorio compreso tra il Valdarno Superiore e la Val di Chiana tra il 1502 e il 1503. Paesaggi come le Balze o quelli visti alla confluenza della Chiana nell’Arno rimasero nella sua memoria e vennero riproposti, secondo alcuni studiosi, in capolavori come “La Gioconda”, “La Vergine delle Rocce” e “La Madonna dei Fusi”.
Natura, storia e arte trionfano anche se ci spostiamo in direzione di Arezzo. Il capoluogo è infatti coronato da colline e piccole alture dove sono incastonati tanti luoghi pieni di fascino che chiedono solo di essere scoperti e vissuti. Una ricca rete di sentieri accessibili a tutti permette di frequentarli in ogni stagione dell’anno, godendo così di colori e profumi sempre nuovi, senza perdere mai di vista il profilo turrito della città.
Arezzo fu una delle dodici lucumonie etrusche, le città-stato federate in una lega, e quindi uno strategico municipio romano. Nel centro storico e in tutto il territorio sono ancora presenti molte impronte lasciate da due dei popoli più affascinanti e influenti dell’antichità, che si possono scoprire passeggiando per le vie cittadine, visitando il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” o seguendo degli itinerari immersi nella natura.
Nella parte sommitale della collina di San Cornelio, a sud est della città, sorge l’area archeologico-naturalistica di Castelsecco, il principale santuario extra urbano tra quelli che cingevano l’Arezzo etrusca, frequentato fin dall’epoca arcaica.
La piccola valle del Bagnoro, a sud est di Arezzo, deve il suo nome a balneum aureum, in riferimento alle prestigiose terme che sorgevano a poca distanza dalla Pieve di Sant’Eugenia, una delle più belle e celebrate del territorio aretino.
Affascinante opera di ingegneria idraulica, l’Acquedotto Vasariano da oltre quattro secoli caratterizza la parte nord della città con le sue 52 arcate monumentali che ricordano quelle degli acquedotti romani. Il percorso dell’acqua inizia alle pendici dell’Alpe di Poti e si conclude nel cuore della città.
Costruita lungo il Canale Maestro della Chiana, la Chiusa dei Monaci è documentata già dal 1115, si tratta di un’opera idraulica che è stata fondamentale per regolare il flusso delle acque dalla Valdichiana verso l’Arno. Il monumentale aspetto attuale è quello della ricostruzione ottocentesca.
Il Valdarno e il massiccio del Pratomagno
Il Valdarno Superiore è un ampio catino naturale su cui scorre il fiume Arno, chiuso a nord est dal massiccio del Pratomagno e delimitato a sud ovest dai Monti del Chianti. Il paesaggio è molto vario: alpestre e solitario sulle alte pendici del Pratomagno; accidentato da pittoreschi fenomeni di erosione argillosa nell’area delle Balze, ai piedi della stessa dorsale.
Valtiberina e Casentino tra fiumi e foreste
Tra le sorgenti del fiume Arno e la valle del Tevere, i fiumi che più hanno raccontato la storia d’Italia, si può percorrere un territorio ricco di splendide foreste secolari e piccoli borghi che trasudano storia, città fortificate scenario di antiche battaglie oppure luoghi che hanno dato i natali ai più grandi protagonisti dell’arte e della cultura rinascimentale.