Natura, arte e spiritualità connotano da sempre il territorio di Pratovecchio Stia, comune sparso che dal 2014 unisce gli antichi comuni di Pratovecchio e Stia, i primi bagnati dall’Arno dopo la sua nascita sul Monte Falterona, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi.
Pratovecchio nacque nel XII secolo, quando i Conti Guidi fondarono un borgo fortificato lungo l’Arno. L’antica area del castello corrisponde all’odierna Piazza Landino, chiamata in gergo Piazza Vecchia. Qui si ammirano i porticati tipici di tutto il paese e gli edifici principali, come la Propositura del Ss. Nome di Gesù, costruita tra il 1592 e il 1661, che custodisce tanti capolavori che vanno dal XIII al XVII secolo. Al XII secolo risale il Monastero di San Giovanni Evangelista, mentre cinquecentesco è il Monastero di Santa Maria della Neve. Sempre nella piazza gravita Palazzo Vigiani, sede del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Nei dintorni di Pratovecchio si può visitare la Badia di Poppiena, monastero dell’XI secolo con la sua Chiesa di Santa Maria. In cima a una collina, a controllo della sponda destra dell’Arno, si trova invece il Castello di Romena, fondato nell’XI secolo dai Marchesi di Spoleto. Nel XII secolo passò ai Conti Guidi, che lo potenziarono con un sistema di cerchie murarie concentriche disposte su diverse quote. Nella seconda metà del Settecento fu acquistato dai Conti Goretti de’ Flamini.
Alle pendici del colle fortificato si trova la Pieve di San Pietro a Romena, capolavoro romanico del Casentino, immersa in un contesto ambientale da sogno. Nel 1152 il pievano Alberico fece riedificare la chiesa sui resti di un precedente edificio altomedievale. L’abside poligonale è un tripudio di arcatelle, colonnette, monofore, bifore e trifore. All’interno sacro e profano si intrecciano senza soluzione di continuità nei capitelli, tra simboli, figure umane, animali reali e mitologici, citazioni bibliche e motivi vegetali.
A metà strada tra pieve e castello si incontra la Fonte Branda, che rimanda al falsario di fiorini fiorentini Mastro Adamo da Brescia, inserito da Dante Alighieri nel XXX canto dell’Inferno.
Altri luoghi imperdibili di Pratovecchio sono le località lungo la via che porta a Camaldoli. Ama con la Chiesa di San Biagio dell’XI secolo, Lonnano con la Chiesa dei SS. Vito e Modesto del XII secolo e Valiana con la Chiesa di San Romolo del XII secolo meritano tutti una visita.
Stia, alla confluenza del torrente Staggia nel fiume Arno, nel Duecento era chiamata Palagio, in riferimento al palazzo fortificato dei Conti Guidi del 1230. Quando nel 1402 entrò nell’orbita di Firenze divenne Palagio Fiorentino e dopo il XVIII secolo assunse l’attuale nome. Oggi per Palagio Fiorentino si intende il castello fatto costruire in stile agli inizi del Novecento da Carlo Beni sul luogo di quello medievale, distrutto nel 1440 dalle truppe di Niccolò Piccinino.
Piazza Tanucci, dalla forma allungata, è il cuore di Stia. Qui si trova la Pieve di Santa Maria, uno degli edifici religiosi più importanti del Casentino, documentata dal 1017 e riedificata a metà del XII secolo. Se esternamente l’aspetto è quello assunto dopo il rimaneggiamento settecentesco, l’interno a tre navate conserva ancora lo stile romanico. Nella pieve sono visibili tanti capolavori che vanno dal XIII al XVIII secolo.
Esterno al centro storico è situato il glorioso lanificio di inizio Ottocento, la prima vera industria casentinese, oggi sede del Museo dell’Arte della Lana.
Nel territorio stiano si possono visitare le sorgenti dell’Arno, a 1.358 metri di altezza sul Monte Falterona. A breve distanza da Capo d’Arno si trova il Lago degli Idoli, dove nell’Ottocento fu scoperto un enorme deposito votivo etrusco, con circa 650 bronzetti dal VI al IV secolo a.C.
Il quattrocentesco Santuario della Madonna delle Grazie, in località Santa Maria, fu costruito per ricordare il miracolo dell’apparizione della Madonna. A Papiano, in direzione del passo della Calla, la Chiesa di Santa Cristina è documentata dalla fine del Duecento.
Il Castello di Porciano venne realizzato tra l’XI e il XII secolo. Dal Duecento fu sede del ramo dei Conti Guidi di Porciano Modigliana, che realizzarono la grande torre che ancora oggi domina la frazione. Nel 1442 i conti abbandonarono il luogo, lasciandolo ai fiorentini. La progressiva rovina si arrestò nel 1799, quando venne acquistato dai Conti Goretti de’ Flamini, gli stessi che dagli anni Sessanta del secolo scorso lo restaurarono e ne sono ancora proprietari. Sempre a Porciano si può ammirare la Chiesa di San Lorenzo di origine medievale, rifatta completamente nel Settecento.
A Vallucciole la Chiesa dei SS. Primo e Feliciano ospita infine il sacrario delle vittime dell’eccidio nazista che il 13 aprile 1944 costò la vita a 109 persone.
Pratovecchio
Stia
Palagio Fiorentino / Stia
Museo dell’Arte della Lana / Stia
Museo dell’Arte della Lana / Stia
Museo dell’Arte della Lana / Stia
Museo dell’Arte della Lana / Stia