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Parchi e riserve

Dalla pianura alla montagna, boschi, foreste, fiumi e laghi

Fitte foreste verdi e cristalline acque di fiume: un territorio vario che vanta tantissimi parchi e riserve naturali da visitare. Come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, le Riserve di Sasso Simone e dell’Alpe della Luna lungo la dorsale appenninica, fino a quelle fluviali sull’Arno. Luoghi protetti ma a cui si può accedere, in cambio di rispetto e attenzione per l’ambiente.

Un patrimonio naturale incredibile

Foreste secolari e antiche tradizioni

Situato nell’Appennino tosco-romagnolo, compreso nei territori della Toscana e dell’Emilia Romagna, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è un paradiso per gli amanti della natura che offre infinite possibilità escursionistiche in ogni stagione. Un’area protetta percorsa da oltre 600 chilometri di sentieri per tutte le esigenze, tra panorami mozzafiato, foreste millenarie, luoghi sacri, tradizioni e località tutte da scoprire.

I luoghi sacri

La natura incontaminata e straordinaria delle foreste del Casentino fin dall’epoca medievale ha favorito l’insediamento dei monaci e degli ordini mendicanti, che nella pace e nel silenzio dei boschi promossero romitori e monasteri. I più famosi sono l’Eremo e il Monastero di Camaldoli dell’XI secolo e il Santuario della Verna, dove San Francesco venne stimmatizzato nel 1224.

Magnifico esempio di come la natura e l’uomo riescano a vivere in simbiosi per dare vita a luoghi dalla spiritualità unica, Camaldoli è la casa madre di una congregazione benedettina fondata da San Romualdo nel 1012, a breve distanza dal crinale appenninico tosco-romagnolo. Immersi nelle foreste curate per secoli dai monaci camaldolesi, un eremo e un monastero rappresentano ancora oggi due riferimenti per il dialogo ecumenico e interreligioso.

Il 14 settembre 1224 San Francesco d’Assisi ricevette sul Monte Verna le stimmate. Nel luogo dell’episodio miracoloso sorse un santuario che ancora oggi è metà di pellegrinaggi da tutto il mondo. La Basilica di Santa Maria degli Angeli e la Cappella delle Stimmate accolgono alcune delle più belle terrecotte robbiane mai realizzate. Il Sasso Spicco è un luogo mistico dove il futuro santo amava rifugiarsi per pregare e meditare sotto a un gigantesco masso sospeso.

Piccoli borghi ai confini dei parchi

Visitando i parchi naturalistici del Casentino e della Valtiberina si possono incontrare deliziosi borghi pieni di storia, arte e tradizioni tramandate di generazione in generazione. In alcuni casi i centri abitati si sono sviluppati intorno a potenti castelli medievali, in altri casi sono cresciuti accanto a influenti complessi monastici che scelsero i luoghi per la loro posizione isolata.

Nel cuore dell’Appennino

I boschi appenninici sono un toccasana per la mente e il corpo. Lo sanno bene coloro che scelgono la Riserva Naturale Alpe della Luna e la Riserva Naturale del Sasso di Simone e Simoncello, a est della Valtiberina, per le loro passeggiate ed escursioni a piedi e in bici, all’interno di aree in cui la flora e la fauna regalano incontri sorprendenti in ogni stagione.

Compresa nei territori di Pieve Santo Stefano, Badia Tedalda e Sansepolcro, nel cuore dell’Appennino toscano-romagnolo, la Riserva Naturale Alpe della Luna prende il nome da gruppo montuoso che fa da spartiacque tra il bacino tirrenico e quello adriatico. La superficie, prevalentemente boscosa, è caratterizzata da un fitto intreccio di corsi d’acqua e una flora ricca e variegata. La Ripa della Luna è il luogo più scenografico dell’area protetta.

La Riserva Naturale Sasso Simone confina con il Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, con il quale forma un complesso naturalistico unitario. I simboli delle due aree protette sono due enormi rilievi calcarei a forma di parallelepipedo. Le zone attrezzate, i centri di educazione ambientale e la fitta rete di sentieri permettono di fare passeggiate ed escursioni alla scoperta di un territorio diviso tra tre regioni di grande valore.

Lungo le valli

Nell’alta valle del Tevere, dove la catena appenninica degrada verso la pianura, esistono ambienti unici nel loro genere dove come la Riserva Naturale di Formole, fatta di prati e pascoli alternati a fitti boschi, e la Riserva Naturale dei Monti Rognosi e della Valle del Sovara, un’area protetta dall’aspetto aspro e misterioso dovuto alla sua particolare composizione geologica.

Collocata nell’alta valle del Tevere, nei territori comunali di Pieve Santo Stefano e Caprese Michelangelo, la Riserva Naturale di Formole si sviluppa nella destra idrografica del fiume. L’area protetta alterna prati e pascoli a fitti boschi di cerro e roverella. All’ingresso della riserva si trova il Centro di Selezione Equestre che si occupa di allevare, addestrare e selezionare cavalli di razza maremmana e avelignese per i servizi dell’Arma dei Carabinieri.

I Monti Rognosi, nel territorio di Anghiari, si differenziamo per la particolare composizione geologica: sono infatti costituiti da ofioliti, dal greco ophis (serpente) e lithos(roccia), quindi roccia del serpente, di origine magmatica di colore verde scuro e nero. Le rocce contengono preziosi minerali dai colori sorprendenti che cambiano in base alle condizioni meteorologiche e di luce, sui quali cresce una vegetazione unica, con specie endemiche e specializzate.

I paesaggi di Leonardo

Sono i luoghi che Leonardo da Vinci studiò nella sua attività di cartografo, ma sono anche quelli che lo suggestionarono a più riprese, tanto che divennero i paesaggi di alcune delle sue opere più famose. L’area che va dalla confluenza della Chiana nell’Arno a quella delle Balze permette di rivivere i capolavori immortali del genio rinascimentale osservandoli con i suoi stessi occhi.

Paesaggio tra i più caratteristi della Toscana, Le Balze del Valdarno sono il sorprendente risultato di fenomeni geologici tutt’ora in corso che portano all’erosione costante dei sedimenti di un grande lago prosciugato del Pliocene. Quelle sculture naturali affascinarono Leonardo da Vinci, che le rappresentò in alcune delle su opere più famose. Oggi sono protagoniste di suggestivi itinerari immersi nella natura da percorrere a piedi e in bicicletta.

Sulle rive dell’Arno

Due aree protette contigue, nel segno di due famosi ponti romanici sull’Arno: Ponte Buriano e Ponte Romito. La Riserva Naturale di Ponte Buriano e Penna e la Riserva Naturale Valle dell’Inferno e Bandella sono i luoghi ideali per chi desidera un’esperienza originale, grazie alla loro ricca biodiversità e ai paesaggi incredibili che si ammirano direttamente dal fiume.

La Riserva Naturale Regionale di Ponte Buriano e Penna è un paesaggio toscano ricchissimo per biodiversità e con un grande legame con la storia. Grandi spazi verdi e boschi dove fare passeggiate. Sentieri accessibili per un’area di circa sette chilometri lungo il letto dell’Arno, dal ponte romanico di Ponte Buriano fino alla diga della Penna. Un trekking per ricongiungersi con la natura e trovare la giusta ispirazione.

Nel tratto dell’Arno che va da Ponte Romito al Ponte dell’Acqua Borra, la Riserva Naturale Valle dell’Inferno e Bandella è un’oasi nata grazie al lago e all’area palustre che si sono formati dopo la realizzazione di una diga sul fiume per produrre energia elettrica. Con gli anni l’area protetta si si è progressivamente popolata della fauna e della flora tipiche delle aree umide.

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