Piero della Francesca nasce a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, intorno al 1412 da Benedetto de’ Franceschi, commerciante biturgense, e Romana di Perino della vicina Monterchi. Negli anni Venti svolge il suo apprendistato nella bottega di Antonio di Anghiari. Nei primi anni Trenta arrivano le prime committenze. Lasciata la bottega del maestro, si trasferisce a Firenze, dove entra nella bottega di Domenico Veneziano.
Al 1435-1438 viene datata la “Madonna con il Bambino”, già nella Collezione Contini Bonacossi e oggi in una collezione privata, che rappresenta la prima opera di Piero conosciuta.
Nel 1439 è documentato a fianco del Veneziano nella cappella di Sant’Egidio dell’ospedale di Santa Maria Nuova, dove affresca le perdute “Storie della Vergine”. Nello stesso anno si svolge il Concilio di Firenze con l’incontro tra Papa Eugenio IV e l’Imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo, evento che rimarrà impresso nella mente dell’artista.
Nel 1442 il pittore torna a Sansepolcro, dove apre la sua bottega, e forse esegue il “Battesimo di Cristo”, oggi alla National Gallery di Londra, anche se la datazione dell’opera è controversa. Alcuni la anticipato al 1439 per la presenza di dignitari bizantini visti nel concilio che avrebbe dovuto riunire la Chiesa di Occidente alla Chiesa d’Oriente, altri la posticipano al 1460.
Nel 1445 riceve la commissione del “Polittico della Misericordia” per la Chiesa della Confraternita della Misercordia di Sansepolcro, concluso solo nel 1462 a causa dei tanti impegni. Sempre nel 1445 è a Ferrara, dove viene chiamato a lavorare da Borso d’Este. In seguito compie anche un breve soggiorno a Rimini. Nel 1447 è documentato a Loreto, Urbino e Ancona, dopodiché, nel 1450, esegue il “San Girolamo penitente”, oggi nella Gemäldegalerie di Berlino, e il “San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi”, oggi nella Galleria dell’Accademia di Venezia. Nel 1451 è a Rimini dove dipinge gli affreschi del Tempio Malatestiano.
Il 1452 è un anno fondamentale. Il pittore viene infatti chiamato ad Arezzo per proseguire gli affreschi iniziati nella Cappella Bacci della Basilica di San Francesco. Nella cappella maggiore della chiesa Piero realizza a più riprese tra il 1452 e il 1466 le “Storie della Vera Croce”, ciclo considerato uno dei massimi capolavori pittorici di tutti i tempi.
Agli stessi anni dell’impresa aretina appartengono la “Flagellazione di Cristo” nella Galleria Nazionale delle Marche datata al 1453-58, l’affresco di “San Giuliano” e il “Polittico di Sant’Agostino”, provienti dall’ex Chiesa di Sant’Agostino di Sansepolcro, dipinti tra il 1454 e il 1458, e la straordinaria “Madonna del Parto”, eseguita tra il 1455 e il 1458 per la Chiesa di Santa Maria a Momentana di Monterchi. Tra il 1458 e il 1459 l’artista si trasferisce a Roma per un breve periodo a Roma, dove lavora ad affreschi perduti per Papa Pio II.
Dopo il ritorno esegue la stupenda “Santa Maria Maddalena” nella Cattedrale dei SS. Pietro e Donato di Arezzo, dipinta intorno al 1459-60, il “San Ludovico da Tolosa” affrescato intorno al 1460 nel Palazzo Pretorio di Sansepolcro e soprattutto la grandiosa “Resurrezione” affrescata tra il 1460 e il 1463 per il Palazzo della Residenza dei Conservatori, sede del governo cittadino, una delle opere più rappresentative del Quattrocento.
Nel 1464 è di nuovo ad Arezzo per concludere il ciclo di affreschi e intorno a quell’anno esegue un “Ercole” per Sansepolcro, oggi all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
Nel 1468 termina il “Polittico di Sant’Antonio” per il Convento di Sant’Antonio a Perugia e l’anno successivo torna a Urbino, chiamato da Federico di Montefeltro, che gli commissiona alcune delle sue opere più celebri. Nel 1472 esegue i “Ritratti dei duchi di Urbino” conservati agli Uffizi di Firenze, nel 1474 termina la “Pala Montefeltro”, oggi nella Pinacoteca di Brera di Milano, nel 1478 è la volta della “Madonna di Senigallia” della Galleria Nazionale delle Marche.
Nel 1479 torna nella città natale e dedica la parte finale della sua vita ai trattati più famosi. È del 1480 il “De prospectiva pingendi” e del 1485 il De quinque corporibus regularibus”.
Il 12 ottobre 1492 muore a Sansepolcro e viene sepolto nella Badia di San Giovanni Evangelista.
Piero della Francesca, Ritratti dei duchi di Urbino (1473-1475; olio su tavola, 47 x 33 cm ciascuno; Firenze, Uffizi
Piero della Francesca, La Leggenda della Vera Croce: Battaglia tra Eraclio e Cosroe, particolare (1452-1466; affresco, 329 x 747 cm; Arezzo, Basilica di San Francesco
Piero della Francesca, Pala Montefeltro (1472-1474; olio e tempera su tavola, 248 x 170 cm; Milano, Pinacoteca di Brera