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Eremo e Monastero di Camaldoli

A breve distanza dal crinale appenninico tosco-romagnolo e compreso nel territorio comunale di Poppi, Camaldoli è un esempio di come la natura e l’uomo riescano a vivere in simbiosi per dare vita a luoghi unici, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Secondo la tradizione, nel 1012 il monaco benedettino ravennate Romualdo, incoraggiato dal vescovo di Arezzo Teodaldo, fondò una nuova comunità eremitica con le celle e un oratorio.

Nel 1113 la Congregazione Camaldolese dell’Ordine di San Benedetto, che seguiva la regola benedettina con l’aggiunta di propri principi e norme, ebbe l’approvazione di Papa Pasquale II e l’istituto si diffuse in molti luoghi d’Italia, ma Camaldoli rimase sempre la casa madre e il punto di riferimento.

Monastero di Camaldoli

A poco più di 800 metri di altezza si trova il Monastero di Camaldoli, inaugurato nell’XI secolo assieme a un ospedale e più volte modificato nel tempo. L’aspetto attuale è frutto di un intervento condotto tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, che portò all’ampliamento del chiostro.

Il complesso comprende anche il Refettorio con il soffitto a cassettoni completato nel 1609 e la Foresteria, nata assieme al cenobio per accogliere coloro che si volevano dedicare alla vita monastica e trasformata nel corso del Quattrocento. Nella seconda metà di quel secolo ospitò Lorenzo il Magnifico e la sua corte di letterati composta da Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Leon Battista Alberti e altri, giunti a Camaldoli per avviare un confronto con i monaci sugli interrogativi che la nuova cultura rinascimentale si poneva.

La Farmacia nacque come laboratorio galenico a uso dei monaci, per preparare le medicine per i ricoverati nel loro antico ospedale, che rimase attivo fino al 1810. Vi si conservano libri e prontuari, oltre agli strumenti come alambicchi, mortai e fornelli.

Nel seminterrato del monastero è stata inaugurata nel 2021 la Biblioteca Moderna, con sale pubbliche per la consultazione e la lettura.

La Chiesa dei SS. Donato e Ilariano sorge su un’area del monastero in cui dall’XI secolo si sono sovrapposte ben quattro luoghi di culto. Nel 1203 un incendio distrusse la prima chiesa e al suo posto ne fu realizzata un’altra nel corso del XIII secolo, completamente ricostruita agli inizi del Cinquecento prendendo come modello quella del monastero di San Michele a Venezia. Nel XVIII secolo si decise di modificare ancora l’edificio, accorciandolo e trasformandolo completamente al suo interno. I lavori si conclusero nel 1775.

La chiesa custodisce importanti tavole di Giorgio Vasari eseguite tra il 1537 e il 1540, che raffigurano la “Deposizione dalla Croce”, “San DonatoSan Ilariano”, “San Pier Damiani e San Romualdo”, la “Natività” e la “Vergine in trono con il Bambino tra San Giovanni Battista e San Girolamo”. Le prime tre in origine formavano un trittico, di cui nella chiesa sono presenti ma staccate alcune delle predelle che lo corredavano.

Eremo di Camaldoli

Salendo dal monastero per circa tre chilometri, a 1.100 metri di quota si trova l’Eremo di Camaldoli, circondato da una riserva biogenetica gestita dal Corpo Forestale dello Stato.

La Cella di San Romualdo, in cui il monaco visse due anni, è l’unica visitabile tra quelle presenti. Il visitatore può però ammirare la Sagrestia del XVI secolo e il Refettorio del 1679.

Della Biblioteca Antica dell’eremo, già attiva dall’XI secolo, rimane purtroppo una minima parte a causa delle soppressioni napoleoniche e sabaude dell’Ottocento, che la smembrarono. Oggi gran parte di quell’immenso patrimonio, che la rendeva una delle biblioteche più importanti d’Italia, è suddivisa tra l’Archivio di Stato di Firenze e le biblioteche di Firenze, Arezzo e Poppi.

La Chiesa di San Salvatore Trasfigurato si trova al centro dell’eremo. Fu inaugurata dal vescovo di Arezzo Teodaldo nel 1027, ma l’aspetto attuale deriva dai successivi rimaneggiamenti e trasformazioni. L’intervento della seconda metà del Seicento le dette l’attuale stile barocco all’interno, quello portato avanti tra il 1713 e il 1714 le donò la facciata incorniciata da due campanili simmetrici. Tra le opere custodite si ricorda la “Madonna in trono con il Bambino tra i santi Romualdo, Maria Maddalena, San Giovanni Battista e Antonio Abate” di Andrea della Robbia (fine XV secolo).

Al termine del viale centrale delle celle si osserva la Cappella del Papa, una piccola chiesa in stile romanico fatta costruire nel 1220 dal futuro Papa Gregorio IX.

Ancora oggi Camaldoli è un luogo di riferimento per il dialogo ecumenico e interreligioso, ma d’estate si trasforma in uno dei luoghi prediletti da tutti coloro che vanno in cerca di refrigerio dalla calura estiva, grazie alle magnifiche foreste curate per secoli dai monaci.

Il Monastero di Camaldoli immerso nel verde delle Foreste Casentinesi

Ingresso al Monastero di Camaldoli. L’aspetto attuale è frutto di un intervento eseguito tra XVI e XVII secolo

Scorcio delle magnifiche foreste di Camaldoli, curate per secoli con amore dai monaci benedettini

La Chiesa dei SS. Donato e Ilariano fu ricostruita più volte. I lavori all’edificio odierno terminarono nel 1775

La Chiesa dei SS. Donato e Ilariano custodisce importanti tavole di Giorgio Vasari eseguite tra il 1537 e il 1540

La Deposizione dalla Croce di Giorgio Vasari nell’altare maggiore della chiesa camaldolese (1539/40)

La Natività di Giorgio Vasari fu eseguita nel 1538. La luce divina del Bambino illumina la scena notturna  

La “Vergine in trono con il Bambino tra San Giovanni Battista e San Girolamo di Giorgio Vasari del 1537

Predelle di Giorgio Vasari con Cena degli ebrei, Caduta della manna, Sacrificio di Isacco” e Creazione di Adamo

Predelle di Giorgio Vasari con Ultima cena, Abramo incontra Melchisedec, Elia e l’angelo” e Abele offre un sacrificio

Coro ligneo della Chiesa dei SS. Donato e Ilariano. In alto “San Romualdo insegna ai discepoli la visione della Scala” di Santi Pacini (1774)

Parte della Foresteria del Monastero di Camaldoli, lo spazio per l’accoglienza degli ospiti del cenobio

Dettaglio della Biblioteca Moderna di Camaldoli progettata dallo studio Menichetti + Caldarelli

La Biblioteca Moderna di Camaldoli, inaugurata nel 2021, si trova nella parte seminterrata del monastero

La Biblioteca Moderna di Camaldoli è provvista di ambienti per la consultazione e la lettura aperti al pubblico

La Farmacia nacque come laboratorio galenico a uso dei monaci. Vi si conservano ancora antichi strumenti

L’Eremo di Camaldoli avvolto dalla riserva biogenetica gestita dal Corpo Forestale dello Stato

L’Eremo di Camaldoli, a circa 1.100 metri di altezza, fu fondato nel 1012 dal monaco benedettino Romualdo

La facciata della Chiesa di San Salvatore Trasfigurato, al centro dell’Eremo di Camaldoli, risale al 1713/14

Interno barocco della chiesa dell’Eremo di Camaldoli, inaugurata nel 1027 ma trasformata a metà Seicento

Madonna con il Bambino tra i santi Romualdo, Maria Maddalena, San Giovanni Battista e Antonio Abate di Andrea della Robbia (fine XV secolo)

Esterno della Cella di San Romualdo, l’unica visitabile tra quelle presenti nell’Eremo di Camaldoli

Interno della Cella di San Romualdo, dove il monaco ravennate, fondatore dell’eremo, visse due anni

La Biblioteca Antica dell’Eremo di Camaldoli. La prima testimonianza di raccolta libraria risale al XIII secolo

Nelle celle dell’Eremo di Camaldoli i monaci vivono ancora oggi in silenzio, preghiera e meditazione

La Cappella del Papa dell’Eremo di Camaldoli fu fatta costruire nel 1220 dal futuro Papa Gregorio IX

La Cappella del Papa con l’abside semicircolare. La chiesetta è un gioiellino in stile romanico

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