Sulla riva destra dell’Arno, in un territorio caratterizzato da ampie zone collinari e dalle Balze, Terranuova Bracciolini nacque alla fine del Duecento come una delle tre “terre nuove”, assieme alle odierne San Giovanni Valdarno e Castelfranco di Sopra.
I nuovi centri abitati fortificati erano avamposti di Firenze contro le mire espansionistiche di Arezzo e degli influenti feudatari locali. Avevano una pianta quadrangolare, con una piazza centrale dalla quale partivano le strade principali, perpendicolari tra loro, collegate a quattro porte.
Castel Santa Maria, questo il nome originale, era la più vicina ad Arezzo e fu conclusa intorno al 1337. Col tempo iniziò a essere appellata Terranuova e nel 1862 assunse il nome completo di Terranuova Bracciolini, in onore al suo più celebre figlio, l’umanista del Quattrocento Poggio Bracciolini.
Nel centro storico ancora si legge l’impianto della città medievale e sono sopravvissuti interessanti tratti delle mura trecentesche, che erano intervallate da torri e torricelli.
In Piazza della Repubblica, quella principale, sorgono il Palazzo Comunale e la Chiesa di Santa Maria Bambina, costruita intorno alla metà del XIV secolo, eretta a pieve dal 1443 e sede di arcipretura dal 1737. Il suo aspetto odierno è dato dall’intervento settecentesco.
La Chiesa di San Bartolomeo al Pozzo e la Chiesa di San Biagio ai Mori furono edificate nel corso del Trecento dai coloni delle omonime località che si trasferirono nella nuova città, incentivati dagli sgravi fiscali garantiti da Firenze. In seguito vennero più volte rimaneggiate.
Palazzo Concini, eretto nella seconda metà del Cinquecento, è uno spazio comunale utilizzato per mostre, convegni ed eventi culturali, mentre la Biblioteca e L’Auditorium sono stati ricavati dal recupero di un’antica fornace di mattoni, che ha dato vita al Centro culturale Le Fornaci.
Il territorio comunale di Terranuova Bracciolini comprende splendidi borghi collocati alle pendici del Pratomagno, tra la via Setteponti e la piana dell’Arno, molti dei quali erano in passato fortificati.
A Ganghereto si trova un convento francescano, oggi gestito da suore domenicane, dal quale proviene la tavola del secondo Duecento con “San Francesco” di Margarito d’Arezzo, oggi conservata nel Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Secondo la tradizione il poverello di Assisi fece sgorgare nella zona una sorgente, ancor oggi ritenuta miracolosa.
A Pernina è ubicata la Chiesa di Santa Maria di origine medievale, appartenente allo scomparso maniero, ristrutturata in forme barocche nel XVII secolo.
A Montemarciano si trova il seicentesco Santuario della Madonna delle Grazie. Al borgo si accede dalla caratteristica Porta Campana, un’antica porta ancora integra che nel XIII secolo proteggeva il piccolo fortilizio.
Piantravigne, una delle perle delle Balze, è una località adagiata quasi per magia sul ciglio di uno strapiombo naturale, con la sua Chiesa di San Lorenzo di origine trecentesca. Allo stesso secolo appartiene la Chiesa di San Pietro a Treggiaia.
Castiglion Ubertini e Traiana ospitavano due castelli della potente famiglia degli Ubertini, uno dei punti di riferimento del ghibellinismo aretino.
Il castello scomparso di Montelungo apparteneva invece ai Pazzi del Valdarno. La Chiesa di Santa Maria è in stile neogotico degli anni Trenta del secolo scorso e fu realizzata al posto di quella medievale che custodiva la “Madonna di Montelungo” di Margarito d’Arezzo della seconda metà del Duecento, oggi nel Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Nei pressi di Campogialli, dove si trovava un altro maniero dei Pazzi del Valdarno, è presente l’Oratorio di Santa Maria in Campo Arsiccio, chiesa con cicli di affreschi degli anni Sessanta del XIV secolo attribuiti alla bottega di Andrea di Nerio e al Maestro di Barberino.
Chiesa di Santa Maria Bambina
Chiesa di Santa Maria Bambina
Torre angolare
Aula del Consiglio
Chiesa di Santa Maria Nuova, progettata dall’architetto Mario Botta (2010)
Montemarciano
Santuario di Santa Maria delle Grazie, Montemarciano
Chiesa di Santa Maria a Montelungo
Piantravigne e sullo sfondo l’Area Naturale delle Balze
Area Naturale delle Balze
Riserva Naturale Valle dell’Inferno e Bandella