Ortignano Raggiolo

Il Comune di Ortignano Raggiolo unisce gli antichi municipi di Ortignano e Raggiolo, in un territorio attraversato dal torrente Teggina che scende dal Pratomagno per unirsi al fiume Arno. I magnifici boschi di castagno che avvolgono i due borghi calano i visitatori in una dimensione ancestrale, soprattutto durante la bella stagione.

Ortignano, dal prediale romano Hortinius, ha il nucleo antico arroccato su una collina, nel cui punto più alto sorgeva il castello scomparso. Il borgo fortificato è citato per la prima volta nel 1225 e accoglie la Chiesa dei SS. Margherita e Matteo, che nel 1699 fu elevata a pieve.

Prima di giungere a Ortignano si incontra la frazione di San Piero in Frassino. La sua Chiesa dei SS. Pietro e Paolo conserva una tela seicentesca di Pier Dandini. Spostandoci nella frazione di Badia a Tega, già sede di una piccola abbazia camaldolese, si ammira invece la Chiesa di Sant’Antonio in stile romanico.

Raggiolo, inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, fu frequentato da popolazioni longobarde nell’alto medioevo e quindi divenne un luogo di grande importanza strategica nel versante casentinese del Pratomagno, al confine tra le diocesi di Arezzo e Fiesole.

Citato dal X secolo come feudo concesso a Goffredo di Ildebrando dall’imperatore Ottone I, fu possesso dei Conti Guidi a partire dal Duecento, che ne potenziarono le fortificazioni. Nella prima metà del Trecento finì sotto il controllo di Arezzo, prima con gli Ubertini e dal 1325 con i Tarlati da Pietramala. Entrato in orbita fiorentina dalla seconda metà del Trecento, tentò a più riprese di guadagnarsi invano l’autonomia.

Nel 1440 il castello fu devastato dalle truppe milanesi di Niccolò Piccinino in guerra contro Firenze. Si decise di non ricostruire le parti distrutte e il luogo venne abbandonato. In epoca granducale, grazie all’arrivo di una colona di corsi, Raggiolo rinacque.

Nella piazza centrale si trova la Chiesa di San Michele Arcangelo, sorta dove si trovava il palazzo del Conte Guido Novello ed elevata a pieve nel Settecento. All’interno sono conservate due importanti sculture del Quattrocento fiorentino: la “Madonna con il Bambino” della bottega di Donatello e il “Redentore” della bottega di Andrea Ferrucci, seguace di Andrea del Verrocchio.

Chi visita Raggiolo può lasciarsi suggestionare dai suoi ripidi vicoli lastricati, visitare il Museo della Castagna con l’antico essiccatoio e scendere fino al ristrutturato Mulino del Morino sul torrente Barbozzaia.

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