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Dalle Balze al Pratomagno

Il Valdarno e il massiccio del Pratomagno

Il Valdarno Superiore è un ampio catino naturale su cui scorre l’Arno, chiuso a nord est dal massiccio del Pratomagno e delimitato a sud ovest dai Monti del Chianti. Il fiume vi entra attraverso la “Valle dell’Inferno”, una lunga gola oggi occupata da due bacini artificiali contigui, su cui si trova la Riserva Naturale della Valle dell’Inferno e Bandella. Il paesaggio è molto vario: alpestre e solitario sulle alte pendici del massiccio, accidentato da pittoreschi fenomeni di erosione di sedimenti argillosi e sabbiosi accumulati nel Pliocene nell’area naturale delle Balze, dove comincia la parte pianeggiante che si snoda lungo il corso dell’Arno.

Un paesaggio vario e pittoresco

Dal Valdarno al Casentino

Il Valdarno e il Casentino sono uniti e allo stesso tempo divisi dal massiccio del Pratomagno. Da ogni punto delle sue dorsali è infatti possibile osservare le due vallate, con il fiume Arno che scorre in entrambe, cingendo su tre lati il complesso montuoso. Dal Valdarno verso il Pratomagno, prima si viaggia dolcemente in mezzo a caratteristici terrazzi di vigneti e olivi, quindi si sale di quota tra lussureggianti boschi di castagni e faggi, fino a giungere sul crinale formato da una “grande prateria”: il Pratomagno. L’accesso al massiccio dal versante valdarnese avviene dai borghi lungo la via dei Setteponti, in particolare quelli incastonati nei territori di Loro Ciuffenna e Castelfranco Piandiscò.

Lungo l’antica Cassia Vetus

Affiancata dal massiccio del Pratomagno da una parte e dal corso dell’Arno dall’altra, la Via Setteponti ricalca nel Valdarno Superiore grossomodo quello dell’importante via consolare romana Cassia Vetus. Lungo il suo tragitto si possono incontrare borghi incantevoli, gioielli di arte e fede, vigneti e oliveti che degradano dolcemente verso il fondovalle e l’indimenticabile paesaggio delle Balze.

Già feudo del condottiero del Seicento Alessandro del Borro e in seguito nell’orbita di famiglie prestigiose come i Medici Tornaquinci, i Torriani, gli Hohenlohe Waldemburg e i Savoia-Aosta, Il Borro è uno dei borghi più incantevoli del Valdarno Superiore. Dal 1993 è diventato un’esclusiva oasi del benessere, nel rispetto delle tradizioni e della storia del luogo.

Nel suo tratto compreso tra Ponte Buriano e i confini con il territorio fiorentino, la Via Setteponti regala panorami da cartolina ed esperienze uniche tra arte, natura e tradizioni in ogni stagione. Un viaggio senza soluzione di continuità tra antichi ponti, preziose chiese e resti di castelli, che tocca i territori di cinque comuni diversi e paesaggi eterogenei.

Un paesaggio naturale unico

“…dal Valdarno di Sopra insino ad Arezzo si creava un secondo lago, il quale nell’antidetto lago versava le sue acque chiuso e occupava tutta la detta valle dell’Arno di Sopra, per ispazio di 40 miglia di lunghezza. Questa valle riceve sopra il suo fondo tutta la terra portata dall’acque, di quella intorbidata, la quale ancora si vede, a piedi di Prato Magno, restare altissima dove li fiumi non l’an segata, consumata; e infra essa terra si vede le profonde segature de’ fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Prato Magno…”
Leonardo da Vinci / Codice Leicester

Paesaggio tra i più caratteristi della Toscana, Le Balze del Valdarno sono il sorprendente risultato di fenomeni geologici tutt’ora in corso che portano all’erosione costante dei sedimenti di un grande lago prosciugato del Pliocene. Quelle sculture naturali affascinarono Leonardo da Vinci, che le rappresentò in alcune delle su opere più famose. Oggi sono protagoniste di suggestivi itinerari immersi nella natura da percorrere a piedi e in bicicletta.

Nel tratto dell’Arno che va da Ponte Romito al Ponte dell’Acqua Borra, la Riserva naturale Valle dell’Inferno e Bandella è un’oasi nata grazie al lago e all’area palustre che si sono formati dopo la realizzazione di una diga sul fiume per produrre energia elettrica. Con gli anni l’area protetta si si è progressivamente popolata della fauna e della flora tipiche delle aree umide.

Dal Casentino al Valdarno

Il versante del Pratomagno opposto a quello del Valdarno è il versante casentinese. Dal Casentino verso il Pratomagno si sale subito in maniera più ripida rispetto al Valdarno e il clima è molto più umido e freddo. Per questo motivo le formazioni forestali: boschi, castagni e faggi, sono spostate un po’più in basso. Il crinale prosegue quindi con le sue grandi praterie fino al Passo della Consuma ai confini di Firenze. L’accesso alla montagna dal versante casentinese avviene da Talla verso il Passo della Crocina, da Raggiolo, Castel San Niccolò e Cetica e alla sua estremità da Montemignaio.

Il grande prato in cima alla montagna

Il massiccio montuoso del Pratomagno divide geograficamente il Casentino dal Valdarno Superiore. Nella sua vetta più alta si trova una grande croce modulare da cui si si gode di un panorama straordinario. Percorso e fotografato in ogni stagione da escursionisti, cicloamatori e appassionati di trekking, il Pratomagno accoglie splendidi boschi e borghi ricchi di storia.

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