Medioevo e Rinascimento ad Arezzo e nelle sue vallate
Arezzo e le sue quattro vallate: dai castelli del Casentino, alle roccaforti della Val di Chiana, fino ai borghi fortificati della Valtiberina. Tanti luoghi pieni di fascino, in cui il medioevo mistico delle pievi e cruento delle battaglie tra guelfi e ghibellini lasciò a un certo momento spazio al pensiero umanistico. Prese così il via quel rinnovamento culturale e filosofico che poi segnò il periodo rinascimentale e riempì di nuova luce anche la terra d’Arezzo, regalando i capolavori artistici e architettonici che possiamo ancora ammirare.
Terra di foreste rigogliose, antiche pievi, leggende affascinanti ma soprattutto di possenti fortilizi arroccati in posizione strategica a controllo delle principali vie di comunicazione e del corso dell’Arno, il Casentino è il posto ideale per chiunque non sappia resistere al fascino del medioevo, che ancora oggi si respira ovunque. Una vallata dove il tempo si è fermato, che aspetta solo di essere ammirata dall’alto dei suoi misteriosi castelli.
Viste dall’alto dei monti e delle colline che le circondano, la Val di Chiana e la Valtiberina si presentano come giardini plasmati attraverso i secoli dalla natura e dall’uomo. Le due vallate comprendono insediamenti di origini antiche, che in epoca medievale assunsero una grande rilevanza strategica. Ancora oggi borghi e castelli che conservano intatto il loro fascino si stagliano sulle aree pianeggianti, come perle di inestimabile valore.
Anche in terra d’Arezzo il medioevo fu contrassegnato dagli scontri tra guelfi ghibellini, che si contesero a lungo il controllo della città e degli strategici castelli disseminati nelle quattro vallate. I borghi fortificati subirono assedi, attacchi e distruzioni. Alcuni non si ripresero e scomparvero, altri ancora oggi si presentano in tutta la loro magnifica bellezza, pronti a raccontare i personaggi che con i manieri incrociarono i loro destini.
Citato in un documento del 1014 con il nome di Castrum Montis Guisponi, il castello fu acquistato nel 1234 dal comune di Arezzo. La sua posizione in cima a una collina, a controllo della Val di Chiana e della Val di Chio, ne faceva un avamposto strategico per tenere sotto controllo un’ampia fascia di territorio. Alla fine del Trecento divenne feudo del condottiero Giovanni Acuto. Oggi è uno dei castelli meglio conservati d’Italia.
Le prime notizie del fortilizio risalgono alla metà del XII secolo. Nel Duecento era un feudo degli Ubertini, una delle più potenti famiglie aretine dell’epoca, ma a causa della sua posizione strategica fra la Val di Chiana aretina e la terra senese, il castello fu al centro di continue dispute per il suo controllo tra le città di Arezzo, Siena e Firenze.
Per tutto il medioevo le torri assunsero una grande importanza militare, ma dal XII secolo, con lo sviluppo dei liberi comuni, divennero anche uno status symbol. Ad Arezzo molte di loro continuano a caratterizzare il profilo della città. Alcune nelle dimensioni originali, altre mozzate e modificate, altre ancora rialzate durante il revival stilistico degli anni Trenta del Novecento. Andare alla scoperta delle torri di Arezzo significa partire per un viaggio unico ed emozionante.
Il Rinascimento ha lasciato tracce indelebili nel territorio aretino. Le città si sono arricchite di nuove architetture, le chiese e i palazzi hanno accolto capolavori pittori e scultorei, grandi personaggi hanno contribuito alla crescita sociale, economica e artistica del territorio. Oggi quel prezioso patrimonio è a disposizione dei visitatori, che possono rivivere un periodo irripetibile di rinnovamento culturale.
Due vallate e due città distanti ma legate da un pittore che viene considerato uno dei padri del Rinascimento. Le due Annunciazioni di Beato Angelico custodite a Cortona e San Giovanni Valdarno sono capolavori assoluti che hanno tante cose in comune, ma anche molteplici differenze. Ancora non è stato sancito quale delle due venne realizzata per prima.
La Valdichiana e le vie degli Etruschi
La vallata è formata da una pianura fertile, nata dalla bonifica di un’antica zona paludosa e da dolci colline che la circondano, su cui sorgono splendide cittadine e antichi borghi. Oggi questi borghi, rimasti pressoché intatti, rappresentano un patrimonio inestimabile d’arte, storia e bellezza.
Camaldoli, La Verna e i cammini di Francesco
L’intera terra di Arezzo è avvolta da un’aura di misticismo profondo, che si lega indissolubilmente alla figura di San Francesco, qui trovò rifugio e trascorse buona parte della sua esistenza. Il luogo più importante è il Santuario della Verna all’interno delle foreste casentinesi, dove vive anche la comunità dei monaci benedettini di Camaldoli, tra solitudine e preghiera.