Arezzo, scrigno di bellezze, racchiude anche la storia di un miracolo. La protagonista di questa vicenda affascinante è la Madonna del Conforto. I suoi fedeli dimostrano un’autentica devozione, ma anche la vita laica della città è toccata da questo culto.
La Giostra del Saracino, ad esempio. Il torneo durante il quale i cavalieri dei quattro Quartieri di Arezzo sfidano il Buratto in Piazza Grande e si contendono la Lancia d’Oro è una tra le rievocazioni storiche più belle d’Italia, una manifestazione sentitissima dagli aretini.
Si svolge due volte all’anno, a giugno e a settembre. Cosa c’entra con la Madonna del Conforto? La seconda edizione, quella che si tiene la prima domenica del mese di giorno, è intitolata proprio a lei.
Ma non è finita qua. Alla Madonna del Conforto sono stati dedicati anche dei componimenti musicali. Francesco Coradini, musicista e presbitero, ha scritto nel 1931 un mottetto e una laude popolare, dal titolo Bianca Regina Fulgida. Ascoltare questa melodia, che oggi è l’inno religioso della Diocesi di Arezzo, potrebbe essere un’ottima introduzione al racconto che stai per sentire.

Dalle tenebre alla luce
Chiudi gli occhi e torna indietro nel tempo al 15 febbraio 1796. Arezzo era in balia di ripetute scosse di terremoto, un sisma che flagellava la città dall’inizio del mese. La terra tremava spesso in quei giorni, sporcando le acque dell’Arno.
Boati frequenti si sollevavano dal sottosuolo e lampi notturni squarciavano il buio. Nulla di sovrannaturale: probabilmente erano luci telluriche. Però una profonda preoccupazione si era insinuata nel cuore degli aretini.
Fra la popolazione si diffuse la convinzione che le scosse di terremoto fossero un castigo voluto da Dio per punire i peccatori di Arezzo. Al posto delle feste di Carnevale, che furono interrotte, in città si organizzarono parecchie processioni religiose e riti di penitenza.
Vicino a Porta San Clemente c’era una taverna dove, tutta annerita dal fumo, era custodita un’effigie della Madonna di Provenzano, immagine sacra per la città di Siena. Sembra che questa taverna fosse la cantina dell’Ospizio della Grancia, gestito dai monaci di Camaldoli (una località spirituale del Casentino, sempre in provincia di Arezzo).
Se fossi stato lì, avresti dovuto guardare verso una parete per scorgere l’immagine in maiolica di Maria murata all’interno del locale. Non sarebbe stato semplicissimo vederla. Pare che fosse collocata vicino a un fornello, usato per scaldare la stanza e cuocere il cibo. Una Madonna scurita dalle esalazioni di una lampada a olio, che veniva lasciata accesa sotto la raffigurazione in segno di devozione.
La sera del 15 febbraio le persone presenti nella cantina si misero a pregare la Santa Vergine, chiedendole di far smettere il sisma. In quel momento sarebbe avvenuto il miracolo. Si tramanda che, appena i fedeli cominciarono a invocare Maria, il quadretto cambiò colore.
Il velo giallo-nero di sporcizia da cui era ricoperto scomparve, lasciando il posto ad un bianco lucente e le scosse di terremoto non si fecero più sentire. Ecco come nacque il culto della Madonna del Conforto.

La cappella della Madonna del Conforto nel Duomo di Arezzo
Dalla sera del 15 febbraio 1796 una volta l’anno, nella stessa data, Arezzo rende omaggio alla Madonna del Conforto. Grazie a questo miracolo la Vergine Maria si è affiancata a San Donato, il patrono della città, come protettrice degli aretini. Una ricorrenza solenne che si festeggia in tutta la città, ma soprattutto al Duomo di Arezzo dove si svolgono le celebrazioni ufficiali.
Perché la Cattedrale? Intanto perché è la chiesa più importante di Arezzo, in cima al colle della città. Ne puoi avvistare il “Matitone” – così gli aretini hanno soprannominato il campanile – già a vari chilometri di distanza dal centro storico.
La sua punta sovrasta una struttura imponente che, all’interno, somiglia a un forziere di tesori. In più, il Duomo di Arezzo ospita una cappella dedicata alla Madonna del Conforto, la cui costruzione venne conclusa nel 1823.
La trovi a lato della navata di sinistra. È qui che è conservata l’immagine un tempo annerita dal fumo e tornata candida più di due secoli fa. Fu spostata qui dalla cantina pochi giorni dopo la sera del 15 febbraio, a causa dell’intenso viavai di devoti che accorrevano alla taverna a venerare la Santa Vergine.
“Il tuo cuore sia confortato: ecco tua madre” è il significato della scritta in latino sopra l’ingresso della Cappella. Ammira lo stile neogotico dell’architettura, che si mescola con il leggero barocco e il neoclassico dei decori.
Sei nel luogo simbolo di un culto radicatissimo ad Arezzo. La ricchezza di questo ambiente, i colori e le eccellenti opere d’arte radunate qui celebrano la Madonna del Conforto. Le terrecotte invetriate della bottega dei Della Robbia rievocano, nobilitandola, la semplicità dell’effige tramite cui il 15 febbraio 1796 accadde il miracolo.
Per il Vescovo Marcacci, che volle costruire la Cappella della Madonna del Conforto, è stato realizzato il monumento funebre che trovi in quest’area a sé stante della chiesa. Una cornice strepitosa dentro il Duomo di Arezzo, completata dagli affreschi di scene bibliche che adornano le volte e la cupola.
Un angolo di paradiso in terra: che aspetti a scoprirlo?
