All’angolo tra via Giorgio Vasari e Piazza Grande il Palazzo della Fraternita dei Laici di Arezzo si fa proprio notare. Sarà per la posizione invidiabile sulla Platea Magna, sarà per i diversi stili mescolati nella sua facciata, sotto il campanile a vela e l’orologio. Sei al cospetto della sede di un’istituzione che raccoglie secoli di storia della città.
Un po’ di storia
La Fraternita dei Laici esiste ufficialmente dal 1262, la data riportata nello statuto più antico approvato dal vescovo di Arezzo Guglielmino degli Ubertini. Nata come comunità di devoti, è diventata presto un ente molto attivo nella carità con il nome di Pia Fraternita della Misericordia, nel culto della Madonna.
All’inizio l’organizzazione dava sostegno solo ai nobili decaduti a cui, per via della loro classe sociale, non era permesso svolgere mestieri manuali né chiedere l’elemosina. Nel tempo la platea dei beneficiari bisognosi si allargò parecchio. L’istituzione si è strutturata e rafforzata arrivando a fornire alla città assistenza sanitaria e nella sepoltura dei defunti. Curava pure la formazione lavorativa dei poveri, la tutela degli orfani e la loro educazione.
Fra l’altro, dal XIV secolo si entrava nell’elenco dei confratelli in automatico con la nascita e il battesimo entro le mura di Arezzo; ciò fece sì che la società pia cominciasse ad annotare i dati anagrafici dei cittadini in una specie di registro dello stato civile.
Il Palazzo della Fraternita dei Laici da fuori: Spinello Aretino e Bernardo Rossellino
Furono sedi di riunione della Fraternita dei Laici di Arezzo lo spedale di San Lorentino e la Pieve di Santa Maria Assunta, finché si decise di costruire l’edificio affacciato su Piazza Grande. I lavori furono avviati nella seconda metà del Trecento e terminati verso il 1690. Fondamentale il lascito del mercante di lana Lazzaro di Feo Bracci, uno dei tanti donatori che alimentarono le casse dell’istituzione.
Mentre la struttura si ampliava in direzione della Pieve, Spinello Aretino, nel 1395, aveva dipinto nella lunetta sopra il portale d’ingresso il Cristo in Pietà. Quello che vedi oggi è una copia dell’originale, staccato da dove si trovava nel 1952.
Osserva la facciata dove puoi riconoscere elementi architettonici gotici e rinascimentali. Se il campanile fu disegnato da Giorgio Vasari, Bernardo Rossellino ha firmato con il suo talento la Madonna della Misericordia – il rilievo in cui Maria, affiancata dai Santi Lorentino e Pergentino, protegge i fedeli sotto il suo mantello. Sempre di Rossellino sono le due statue ai lati dell’opera, raffiguranti i protettori di Arezzo San Donato e Papa Beato Gregorio X.
Entriamo nel Palazzo!
Per il Palazzo della Fraternita dei Laici quella della Madonna del Manto è un’iconografia ricorrente. Ti basta svoltare a sinistra di fronte alla biglietteria per poterti incantare nella Sala dell’Udienza davanti alla Madonna della Misericordia e Santi di Parri Spinelli, dove la Vergine accoglie sotto alla sua cappa i rettori della società pia di Arezzo.
La Pallade Athena di Angelo Ricci ti indica con lo sguardo le scale che salirai per raggiungere il primo piano, dove si trova la maggior parte dei pezzi d’arte del Museo di Palazzo di Fraternita. Dipinti, sculture, cornici e disegni formano la collezione esposta in stanze elegantissime.
Metti a fuoco i dettagli degli ambienti insieme a quelli delle opere. Qui sono omaggiati personaggi illustri che hanno fatto la storia della Fraternita dei Laici e di Arezzo. Prova a memorizzare i loro nomi: Francesco Redi, Vittorio Fossombroni, la Laura amata da Petrarca, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena… Puoi anche giocare a scovare gli edifici di Arezzo negli sfondi dei quadri e a orientarti nel territorio aretino con la pianta del condotto vasariano.
Il tempo vola mentre ti dirigi dalla prima sala a quella dell’acquedotto fino alla Sala dei Granduchi e alla Sala delle Donne, continui il tour nel corridoio dedicato alla Collezione Bartolini e procedi verso le stanze riservate alle donazioni e ai lavori dell’Accademia.
Sapevi che la Fraternita dei Laici fondò anche la Scuola Libera di Disegno e Modellatura e una biblioteca, e che alcuni restauri del patrimonio museale sono stati finanziati da aziende e realtà benefattrici? Questi gesti di liberalità nei confronti dell’istituzione continuano ancora oggi, come testimonia per esempio un’opera contemporanea ispirata a Piazza Grande.

Una sorpresa che fa tic-tac
Non è finita qui, perché in cima al Palazzo della Fraternita dei Laici c’è qualcosa che ti toglierà il fiato. Mentre sali le scale che ti conducono alla torre cogli un indizio inequivocabile, facendoti guidare da un deciso ticchettio nella stanzetta dell’orologio astronomico.
Felice da Fossato lo realizzò nel 1552. Si tratta di un tesoro rarissimo in Europa, un modello meccanico senza rivali in Italia per dimensioni e tipologia e tuttora funzionante. Ogni quindici minuti questo gioiello di ingegneria può farti rimanere a bocca aperta con il suo spettacolo unico e piacevolmente chiassoso di leve e ingranaggi, sobbalzi e ruotismi in funzione.
Il panorama che si gode dalla terrazza adiacente alla stanza dell’orologio sarà la ciliegina sulla torta della tua esperienza alla Fraternita dei Laici. Tetti, campanili e torri della città si concedono a te da un affaccio esclusivo. Ora scendi da lassù, scopri Arezzo e amala.
