Guido d’Arezzo è famoso nel mondo per l’invenzione che ha rivoluzionato la storia della musica: la notazione musicale. Sì, perché una cosa come il pentagramma, che oggi magari può sembrarci alla portata di tutti, in realtà è un’invenzione immensa, degna di un vero rivoluzionario.
L’inizio di una grande rivoluzione culturale
Guido Monaco era nell’Abbazia di Pomposa (Ferrara) quando mise le basi per la musica scritta che conosciamo oggi, ma il successo della sua invenzione gli si rivoltò contro. La rivoluzione culturale a cui stava dando vita era una vera innovazione per il Medioevo, perché avrebbe portato la musica colta fuori dalle abbazie, rendendola alla portata di tutti.
Siamo nell’anno Mille quando il monaco benedettino e insegnante di musica inizia a sperimentare la notazione sui canti gregoriani nelle Cattedrali di Arezzo e Pomposa. Giorno dopo giorno si rende sempre più conto di quanto sia difficile per i monaci ricordare i tradizionali canti gregoriani e si ingegna per aiutare i suoi fratelli.
Certo, prima di lui un sistema di notazione c’era, quello neumatico, non basato su note musicali, ma su neumi e melismi, cioè sulla trascrizione di una formula melodica e ritmica applicata ad ogni singola sillaba. Il sistema era macchinoso e complesso da decifrare e gran parte dell’insegnamento e della trasmissione della musica era comunque legata a doppio filo con l’oralità.
Le sue innovazioni trovarono molte resistenze e per scappare da invidie e accuse si rifugiò ad Arezzo. Ad accogliere Guido d’Arezzo a braccia aperte c’era la fiorente scuola di canto della Cattedrale con il vescovo Tedaldo, pronto a dargli la sua protezione. Non è un caso che il Micrologus di Guido d’Arezzo, il trattato e testo musicale più diffuso del Medioevo, fosse dedicato proprio a Tedaldo.
Le note musicali, il tetragramma e la Mano Guidoniana
Partendo dalle prime sillabe dell’Inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono, cioè “Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si”, Guido d’Arezzo ha dato i nomi alle note musicali. L’“Ut” sarà poi sostituito qualche secolo dopo con il Do da Giovanni Battista Doni.
Inoltre, ha codificato il modo di scrivere le note definendo le posizioni delle note su un grande rigo musicale, proponendo un sistema unificato per la scrittura delle note. Per la parte terminale della nota usava il simbolo di un quadrato, che sarebbe poi diventato un rombo ed infine il nostro ovale.
Guido d’Arezzo introduce per la prima volta nella storia il grande rigo su cui indicare l’altezza delle note a seconda del loro posizionamento, il tetragramma. A differenza del moderno pentagramma, che ha cinque righe, il tetragramma ne aveva quattro.
Sempre a Guido d’Arezzo si devono le invenzioni del sistema mnemonico della “mano guidoniana” per aiutare l’esatta intonazione dei gradi della scala o esacordo e del sistema della solmisazione, una prima forma di solfeggio. Queste invenzioni lo hanno reso famosissimo nel Medioevo, tanto da essere invitato a Roma da Papa Giovanni XIX.
Guido Monaco: ad Arezzo la sua piazza e la sua statua
Arezzo ha dedicato a questo suo figlio illustre Piazza Guido Monaco con al centro la grande statua di Guido d’Arezzo, inventore delle note musicali.
Piazza Guido Monaco si staglia come anticamera dell’Arezzo antica, passaggio fondamentale per chi viene da sud per addentrarsi nelle bellezze dell’Arezzo romana, medievale e rinascimentale. È uno dei crocevia più importanti della città, nel cuore delle mura antiche, ed è il primo monumento che ci si trova davanti appena usciti dalla stazione ferroviaria.
Nel monumento a Guido d’Arezzo, realizzato nel 1882 dallo scultore livornese Salvino Salvini, Guido Monaco è raffigurato con la veste benedettina mentre posa la mano destra sull’antifonario contente la strofa dell’Inno a San Giovanni da cui presero il nome le note musicali.
La casa natale a Talla in Casentino e la Via Musicalis
Guido Monaco nacque a Talla, un borgo medievale del Casentino, fra il 992 e il 995. Qui è visitabile la Casa Natale di Guido Monaco con un allestimento documentario e didattico con antichi strumenti musicali e codici miniati provenienti dal monastero francescano della Verna.
Tutto è arricchito da un percorso musicale interattivo che collega la Casa Museo di Guido Monaco al paese di Talla, la Via Musicalis. Il percorso è curato dall’artista Marco Ermini e, con una serie di installazioni sonore interattive ispirate agli strumenti musicali del passato, rende omaggio all’universo di Guido d’Arezzo.
Arezzo e il suo territorio celebrano Guido, il monaco che inventò le note musicali e cambiò il mondo. Perché senza il genio di Guido d’Arezzo, e il suo sistema di notazione musicale, la musica che suoniamo, scriviamo e ascoltiamo oggi nemmeno esisterebbe. Non così almeno.