Hanno rivolto il loro sguardo alla scienza, che nel corso dei secoli ha elaborato idee diverse, mutando di volta in volta la realtà, influenzando una visione del mondo, e riplasmando il nostro modo di percepirci, relazionarci e raccontarci. Questa esplorazione li ha condotti all’interno di due mondi solo apparentemente distanti: uno più matematico, legato agli aspetti scientifici, e uno più umano, connesso a una cultura remota, attraverso i miti fondativi. Le scoperte sulle origini dell’universo hanno ispirato la linea narrativa del loro lavoro, che si nutre anche di altre storie, legate a differenti mitologie. Hanno lavorato sul tempo, sul vuoto, il pieno, il denso e il rarefatto; sulla possibile relazione tra due figure attraverso rapporti geometrici e astratti, che si sono resi conto governare il macroscopico come il microscopico. Due figure che entrano in relazione, e poi in collisione, sviluppando rapporti e percorsi che si uniscono, separano o sovrappongono continuamente, in un gioco di riflessione e rispecchiamento che li ha condotti nella dimensione simbolica del doppio. Questo lavoro ha sollecitato una narrazione, che va al di là di una storia visibile: danza pura e frammenti di narrazione irrompono attraverso immagini legate ad alcune fra le storie più antiche, come pezzi di un’unica storia.
Concetto e direzione
Alessandra Paoletti, Damiano Ottavio Bigi
con Damiano Ottavio Bigi, Lukasz Przytarski