La leggenda narra di una Bibbiena del Trecento spaccata in due rioni: quello dei “Piazzolini”, il quartiere dei signori, e quello dei Fondaccini il rione del popolo. Un giorno, la bella e giovane lavandaia Mea del Rione Fondaccini, promessa sposa a Cecco il tessitore, mentre tornava dal fiume con i panni lavati vide il bel Tarlati, figlio del Conte Piero. Al primo sguardo scoccò la scintilla e i due si innamorarono perdutamente, così la bella Mea andò a vivere in Piazzolini. Cecco il Tessitore andò su tutte le furie e scatenò a Bibbiena una guerra tra rioni. Per mettere fine agli scontri arrivò il vecchio e saggio Conte Piero che riunì i due rioni nel Grande Piazza di Bibbiena e ordinò che la Mea tornasse al Piazzolini per andare in sposa a Cecco, il suo promesso. Fu così che tornò la pace in città. E per celebrare l’avvenimento fu bruciato il “Pomo della Pace“, un grosso ginepro, tra canti e danze di gioia.
Oggi la Leggenda della Mea riporta Bibbiena alla vita medievale del 1337. Per due giorni il centro storico si anima col mercatino degli artigiani al lavoro nelle botteghe aperte. Non solo una mostra mercato degli antichi mestieri toscani, ma tanti palazzi storici privati aperti straordinariamente al pubblico per visite guidate gratuite. E poi musici, sbandieratori, giocolieri, mangiafuoco, dame e falconieri. E gran finale con col falò del Bello Pomo. Due giorni per tornare indietro nel tempo e ritrovarsi a vivere scontri e passioni del Medioevo toscano.
Rievocazione della Mea Carnevale storico di Bibbiena
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