Le terracotte invetriate con la ricetta dei Della Robbia portano con sé uno dei misteri più grandi della storia dell’arte moderna. Bellissime, lucenti come il vetro, resistono alle intemperie e ai secoli grazie ad una ricetta segreta che i più grandi scienziati e studiosi di restauro contemporanei non sono ancora riusciti a svelare.
Sappiamo solo che i Della Robbia misero a punto questo sistema per realizzare delle pitture “imprigionate nella ceramica” grazie ad un procedimento simile alla fossilizzazione tramite l’uso dell’ossido di piombo e stagno. Quello che resta segreto, e lo sarà per sempre, sono le fasi di questo procedimento chimico artistico unico al mondo. Non ci resta che ammirare le sgargianti testimonianze di questo genio artistico e viaggiare nel tempo con la fantasia e immaginare la magia con cui le meravigliose robbiane di Badia Tedalda presero vita.
Le terracotte invetriate dell’Alpe della Luna furono realizzate da Santi e Benedetto Buglioni, allievi nella bottega dei Della Robbia e le troviamo nella Chiesa di San Tommaso a Montebotolino e nella Chiesa di San Pietro a Fresciano e nella Chiesa di S. Michele Arcangelo, al centro del paese di Badia Tedalda, dove sono custodite cinque splendide terrecotte invetriate volute dal vescovo Leonardo Bonafede: tre ampie pale d’altare, un raffinato ciborio (con candidi angeli e cherubini lumeggiati in giallo e stagliati su esili fondi blu), e due figure a bassorilievo, raffiguranti la Vergine annunziata e l’Arcangelo Gabriele.
La meraviglia che splende improvvisa davanti ai nostri occhi e sa trasportarci in un mondo antico fatto di mistero e bellezza. Un arcobaleno di colori che si fonde con la luce dei boschi millenari dell’Alpe della Luna. L’arte che arriva come una sorpresa tra lo scorrere armonioso della vita di queste foreste.
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