Badia Tedalda, nell’Alta Valle del Tevere, è capoluogo dell’Alpe della Luna, conosciuta come la montagna dell’acqua grazie alla presenza di sorgenti, torrenti, fossi e cascate. Qui risuona la voce dell’acqua e dei tanti corsi che si intrecciano come voci melodiche di un coro e creano l’atmosfera perfetta per viaggiare con la mente e il corpo lontano dai rumori della città. In questi boschi musicali nascono il Marecchia, il Metauro e il Foglia, fiumi che nascono in Toscana, vanno ad abbracciare la Romagna e arrivano fino al Mar Adriatico a Rimini, Fano e Pesaro.
A Badia Tedalda l’acqua è purissima ed è possibile raggiungere a piedi, in MTB o a cavallo le sorgenti dei fiumi e ammirare lungo il corso d’acqua le piscine naturali e le cascate. Le più scenografiche nei pressi di Badia Tedalda sono la Cascata di Presalino, lo Specchio della Luna e la Grotta della Tabussa, da scoprire anche in notturna.
Sorgenti purissime, da scoprire con i percorsi di trekking, in MTB e a cavallo nel bosco. Per ritrovare la pace guidati dallo scrosciare dell’acqua di montagna. Per lasciarsi avvolgere dall’aura di misticismo di queste foreste e concedersi dei momenti di relax totale, cullati dal ritmo delle cascate e dei ruscelli. Per innamorarsi di questi luoghi senza tempo e viaggiare anche con i più piccoli all’insegna della meraviglia.
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Le tre voci dell’Alpe della Luna
Il Marecchia nasce nei boschi più fitti dell’Alpe della Luna, tra aquile, cervi e lupi. Da sempre conteso, fin dall’epoca degli Etruschi e degli antichi Romani, il Marecchia, lungo i suoi 80 chilometri di percorso, dà vita a panorami di una bellezza struggente, che nei secoli sono stati fonte di ispirazione per i grandi poeti, primo fra tutti Dante Alighieri. Questo è un territorio che porta ancora i segni di un passato medievale e rinascimentale, con le rocche, i castelli e le pievi dei Montefeltro e dei Malatesta e le testimonianze del passaggio di San Francesco.
Il Metauro, con i suoi 120 chilometri è il fiume più lungo delle Marche. Nasce nell’Alpe della Luna e nel territorio di Badia Tedalda, ci regala paesaggi spettacolari come il Fosso delle Cannucce, caratterizzato da piccole cascatelle, pozze naturali e sorgenti solfuree, e poi sale circondato dalle orchidee selvatiche fino al Colle Quarantelle (1022 m. slm) con un percorso tra boschi di straordinaria bellezza con paesaggi molto vari, tra canyon e gorghi d’acqua.
Il Foglia, già nominato ai tempi dei Romani col nome di Isaurus dal poeta latino Lucano (39-65 d.C), segnava anticamente il confine settentrionale del territorio occupato dai Piceni. La leggenda popolare vuole che il nome Foglia derivi dall’unione di due giovani amanti: Folìa e Mutino. Una bellissima ninfa delle acque e un ragazzo dei monti che incontrati per caso si innamorarono a prima vista. Dopo aver rischiato di perdersi per sempre per un incantesimo andato male, si ritrovarono grazie al potere delle loro lacrime e del loro amore. Da quel momento, per sancire la loro unione i due innamorati diedero i loro nomi al fiume Foglia e all’affluente Mutino. E ancora oggi come le dita di due innamorati le acque di questi due corsi si sfiorano e si intrecciano per arrivare uniti come un unico fiume nel mare Adriatico.
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