Sulle orme dei Medici ad Arezzo

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Arezzo e i Medici, un rapporto burrascoso e complesso, ma che ha lasciato dietro di sé opere d'arte e d'ingegno di grande valore storico e culturale. Questo itinerario permetterà al turista curioso di scoprirle e di andare oltre le rotte turistiche più tradizionali.

Arezzo è la città natale di Giorgio Vasari e nel contesto di un itinerario mediceo, non possiamo certo esimerci dal ricordare il connubio che nel XVI secolo si è instaurato tra il Granduca Cosimo I de’ Medici ed il suo artista prediletto. 

Seguendo questo filo rosso, inizieremo il nostro itinerario sulle orme dei Medici, proprio dalla sua casa, oggi sede del bellissimo Museo di Casa Vasari, dov’è ancora possibile respirare l’atmosfera di un palazzo nobiliare del Cinquecento, luogo di ritiro ed intimità di un artista sempre in viaggio tra le Corti più influenti del suo tempo.

Una casa che Vasari ha decorato di sua mano, stanza dopo stanza, e che non ha mai voluto vendere, neanche dopo che il Granduca gli aveva regalato un’abitazione a Firenze per averlo più vicino. Passeggiare tra le stanze e i corridoi di questa casa illuminata da affreschi e dipinti allegorici è come scavare nell’animo di Giorgio Vasari e del suo modo di concepire l’arte e la figura dell’artista. Alle pareti si possono ammirare tele di pittori del suo tempo, oltre a ritratti di Cosimo I e della famiglia granducale, a testimonianza dello stretto legame che per decenni ha unito queste due grandi figure del XVI secolo. 

Infine, ma non certo di minore importanza, l’Archivio Vasariano, all’interno della casa, custodisce tra le altre, lettere autografe e private di Michelangelo, Pio V e Cosimo I: un tesoro di inestimabile valore che ci consente di riscoprire l’uomo celato sotto la maschera che la fama impone.

Usciti dal Museo di Casa Vasari, ci dirigiamo verso Piazza Duomo, dove torreggia maestosa la Cattedrale di Arezzo. Proprio qui, sulle scenografiche gradinate che incorniciano la magnifica chiesa, campeggia l’elegante statua in marmo raffigurante il Granduca Ferdinando I Medici in abiti militari, opera dei migliori due scultori della Corte Medicea del tempo: Giambologna, che ne ha curato il disegno, e Pietro Francavilla autore della scultura (1594). Si tratta di un’opera autocelebrativa, l’unico ritratto scultoreo dei Medici sopravvissuto ad Arezzo, a dimostrazione del rispetto che gli Aretini hanno avuto nei confronti dell’unico Granduca Medici che con i suoi interventi ha portato benefici alla città. 

Ci lasciamo alle spalle la suggestiva piazza, per raggiungere l’imponente Fortezza Medicea (1538-1560), prima fortificazione alla moderna del Granducato di Toscana, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, architetto della Fortezza da Basso a Firenze, su richiesta del Granduca Cosimo I Medici a scopo difensivo – per poter essere efficace in caso di attacchi con armi da fuoco – ma anche per poter sedare più facilmente eventuali rivolte degli Aretini contro lo stesso governo mediceo. La Fortezza si adagia sul Colle di San Donato, nel punto più alto e strategico della città, edificata sul luogo dove un tempo sorgeva la Cittadella fortificata di Arezzo, culminante con il Cassero medievale e la Chiesa di San Donato in Cremona. Tutto fu distrutto da Cosimo I per fare spazio alla nuova fortezza.  La sua pianta a stella – tipica delle fortezze del Granducato – ben si adatta al terreno irregolare del colle. I suoi bastioni hanno la tipica elegante forma a cuore, tutti tranne il bastione della Spina, rivolto con fare minaccioso verso la città.  

Giocando con l’immaginazione, possiamo vederla arroccata sul rilievo, circondata da un profondo fossato e dotata di tre accessi. All’interno possiamo ammirare gran parte delle strutture difensive, oltre ad alcuni suggestivi ambienti, bastioni, porte urbiche, i resti dell’antica Chiesa di San Donato in Cremona (XI secolo) e mosaici pertinenti ad un’abitazione romana di fine I sec. a.C./inizio I sec. d. C.  Tutti tesori recuperati nel corso degli scavi archeologici effettuati pochi anni fa.

Anche passeggiare sugli spalti si rivela una bellissima esperienza, nel momento in cui ci si apre davanti uno spettacolo mozzafiato sulle torri e i campanili della città, da un lato, e sulle verdi colline che guardano verso il Casentino e l’Alpe di Catenaia, dall’altro. Proprio da questa posizione privilegiata, lo sguardo si sofferma sulle 52 arcate monumentali che corrono lungo il pendio della collina di San Fabiano fino ai piedi del colle alla base della fortezza: la condotta pensile esterna dell’Acquedotto Vasariano, così chiamato proprio perché progettato da Giorgio Vasari su commissione della Fraternita dei Laici e con il beneplacito del Granduca Cosimo I, per risolvere l’annoso problema dell’approvvigionamento idrico della città. Questo acquedotto, ancora oggi funzionante, trasporta l’acqua dalla località Cognaia, sulle pendici dell’Alpe di Catenaia, fino alle piazze principali del centro storico. 

Riprendiamo la nostra passeggiata attraversando i Giardini Il Prato, il parco più antico di Arezzo, perfettamente incastonato tra la Cattedrale e la Fortezza medicea, e raggiungiamo Piazza Grande, annoverata tra le piazze più belle d’Italia e vero e proprio scrigno di incredibili tesori. Teatro della Giostra del Saracino e cuore pulsante della Fiera Antiquaria, questa piazza è incorniciata da palazzi e monumenti che ci parlano di tutte le epoche della storia millenaria di Arezzo. 

Anche qui la presenza di Giorgio Vasari è molto forte, a partire dalle eleganti logge che dominano la piazza dall’alto, ultimo grande lavoro architettonico del maestro, atte ad accogliere l’aristocrazia cittadina all’ombra delle sua arcate e all’interno dei negozi più raffinati che originariamente vi si aprivano. Il Palazzo delle Logge Vasari fu voluto dalla città, con il permesso di Cosimo I, per nascondere in modo elegante l’opera di distruzione della cittadella medievale e dei principali Palazzi del Governo, che qui si affacciavano, per edificare la fortezza. Vasari realizzò il progetto sul modello della Galleria degli Uffizi, con tanto di corridoio sospeso sostenuto da un imponente arco dove troneggia lo stemma mediceo.  

Al suo fianco è impossibile non notare la bella facciata decorata del Palazzo della Fraternita dei Laici, storica istituzione benefica della città che dal medioevo ha qui la sua sede. L’arioso campanile a vela che svetta sull’edificio fu progettato da Vasari, dove, dal 1552, è alloggiato il magnifico orologio astronomico, uno degli orologi più rari d’Europa e unico in Italia per dimensioni e tipologia.

Il palazzo è oggi sede del Museo di Fraternita, dove si possono ammirare opere d’arte di grande pregio dal Medioevo al XIX secolo, testimoni della storia e della cultura aretina. Nella  cosiddetta Sala dell’Acquedotto, sono custoditi disegni, documenti, indagini, oltre ad un video che riguardano l’Acquedotto Vasariano, la sua storia e il suo progetto. Di grande interesse è la monumentale tela ad olio intitolata Pianta del condotto vasariano di Arezzo, eseguita nel 1696 da Giovan Battista Girelli, dov’è possibile vedere il percorso completo dell’acquedotto.

Nella parte inferiore della piazza, zampilla allegra una fontana in marmo di stile neoclassico, primo punto di arrivo in città dell’acqua trasportata dall’Acquedotto Vasariano, alla cui inaugurazione, lo zampillo d’acqua che ne uscì dopo tanta attesa, fu il segno che il nuovo acquedotto funzionava.

Proseguiamo il nostro itinerario verso l’ampia e soleggiata Piazza Sant’Agostino, dominata dalla chiesa omonima ed oggi abbellita da una moderna fontana con lieve cascatella che di sera allieta i passanti con allegri giochi di luci. Da Piazza Grande, infatti, l’acqua dell’Acquedotto Vasariano, giunge fino a questa piazza, dove un tempo alimentava un abbeveratoio per cavalli e, poco più avanti, i lavatoi pubblici, nell’edificio decorato con ampi archi in mattoni, oggi sede dell’InformaGiovani.

Arezzo e i Medici, un rapporto complesso e non sempre disteso, ma che ci ha lasciato impronte e curiosità di grande interesse, tutte da scoprire e godere al ritmo che solo la nostra voglia di esplorare e conoscere ci impone.

E per i più appassionati e dinamici, Arezzo offre anche la possibilità di percorrere un itinerario sulle colline che circondano la città alla scoperta dell’intero percorso compiuto dall’acqua che scorre all’interno dell’Acquedotto Vasariano.

L’itinerario, della lunghezza di 8 km, con difficoltà E (escursionistica), ha inizio dalla località Molinelli, sulle pendici dell’Alpe di Poti, e termina in Piazza Grande, idealmente alla fontana di piazza.

Nella valle di Cognaia troveremo le cosiddette conserve della galleria filtrante che da qui trasporta l’acqua fino alla collina di San Fabiano, attraverso un percorso sotterraneo. 

Saliremo poi di quota per raggiungere la cima di Poggio Mendico, da cui avremo una vista panoramica d’eccezione, per poi scendere a Villa Severi per raggiungere la condotta pensile sostenuta da 52 arcate monumentali che canalizza l’acqua fino ai piedi del Colle di San Donato, ai piedi della Fortezza Medicea. Ne seguiremo il percorso per entrare nel centro storico, dapprima costeggiando le mura per poi giungere in Piazza Grande.


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