I 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri ricorrono proprio nel 2021 e, come Firenze e Ravenna, anche Arezzo è una città dantesca. Un motivo in più per concederti una vacanza da queste parti.
Non è un caso che molte vie e piazze siano intitolate a Dante, gigante fiorentino della letteratura mondiale. Il calendario degli eventi in programma propone varie iniziative per omaggiare la memoria del “ghibellin fuggiasco”. Mostre, spettacoli teatrali e incontri aperti al pubblico rappresentano un’occasione preziosa per scoprire di più sulla figura e l’opera del padre della lingua italiana.
Sulle orme di Dante in terra d’Arezzo
Dal capoluogo al Casentino, sono tantissimi i luoghi collegati alla vita di Dante e alla Divina Commedia. Il tuo tour sui passi del Sommo Poeta si può scomporre in due grandi macro-capitoli: Arezzo e l’Alta Valle dell’Arno.
Zero retorica: sono luoghi in cui il passaggio di Alighieri ha lasciato un’impronta indelebile. Ne scoprirai alcuni che, a secoli di distanza, sono rimasti quasi immutati da quando li ha visti lui. Altri invece sono innegabilmente cambiati ma non in negativo. L’aura dantesca che li pervade li rinnova ogni giorno di un fascino speciale, difficile da descrivere.
Viaggio nella terra dei botoli ringhiosi
C’è un titolo di cui la gente di Arezzo ama fregiarsi con una sorta di divertito compiacimento. È un’espressione un po’ aulica, che può suonare incomprensibile a un orecchio poco allenato alla lingua di Dante.
Cosa vorrà mai dire “botoli ringhiosi”? Puoi interpretare alla meno peggio queste parole con “piccoli cani tozzi, robusti e minacciosi” – inclini a ringhiare, appunto –. Ecco la definizione che Dante, per bocca di un altro personaggio, riserva per gli aretini nel canto XIV del Purgatorio, in cui si lancia in una carrellata non molto lusinghiera di varie popolazioni toscane.
Di sicuro c’è che l’autoironia è caratteristica dell’indole degli abitanti di Arezzo e dintorni. Dopotutto, vuoi mettere una citazione in una delle opere letterarie più famose del mondo? E così gli aretini sorridono per questa “dedica al contrario” da parte dell’illustre fiorentino.
Arezzo contro Firenze: due città divise dalla politica
Un piccolo inciso di storia politica trecentesca ti sarà utile. Durante il Medioevo in numerose città italiane (soprattutto a Firenze) la società si divise in due fazioni avverse, guelfi e ghibellini. I primi volevano che la Chiesa avesse voce in capitolo pure su questioni politiche. I ghibellini, invece, erano contrari a ogni intrusione dei papi riguardo al governo delle città e parteggiavano per l’autorità esclusiva dell’imperatore.
Se Dante apparteneva al partito dei guelfi bianchi – i più moderati, diversamente dei neri –, Arezzo era nota come una città tenacemente ghibellina. Questo antagonismo storico sarebbe alla base della freddura letteraria con cui Dante bolla senza censure gli aretini nella Divina Commedia… Nulla di personale, insomma.
Il primo rifugio
“Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra”. Leggerai queste parole quasi all’inizio del canto XXII dell’Inferno. L’Arezzo dantesca era già città di tornei a cavallo.
Lo sai che la Giostra del Saracino 2021 si è svolta in onore di Dante Alighieri? È la manifestazione regina della città, una sfida tra cavalieri e il Re delle Indie che si tiene in Piazza Grande. Un po’ te lo dovevi aspettare, visto l’anniversario della morte del genio fiorentino che cade quest’anno.
È certo che Dante sia stato in città. Anzi, le fonti dicono che Arezzo è stata una delle prime località dove il poeta trovò rifugio dopo il bando che lo costrinse a lasciare Firenze, nel 1302. Letterato ma anche attivo politico, alla base del suo esilio c’era la volontà dei guelfi neri di sbarazzarsi degli avversari più scomodi.
Come immaginerai, fu una svolta dolorosissima per l’Alighieri, che cambierà per sempre la sua vita e lo porterà a viaggiare per anni per l’Italia. È così che, dopo aver soggiornato nel capoluogo, Dante si spostò in Casentino, all’epoca governato dalla famiglia dei Conti Guidi.
Il Casentino, la valle di Dante
Un monumento a Campaldino
Prima che da esule, il giovane Alighieri era già stato nelle vesti di soldato da queste parti. L’11 giugno 1289 c’era pure lui nello schieramento dei guelfi fiorentini che affrontarono i ghibellini di Arezzo nella celebre Battaglia di Campaldino. Lo scontro si concluse con la vittoria dei primi e il poeta lo rievoca anche da pellegrino dell’Aldilà nella Divina Commedia.
Nella pianura dove si è svolto il combattimento, tra Ponte a Poppi e Pratovecchio, vicino a una rotonda ti imbatterai in un monumento di marmo bianco. È la Colonna di Dante, con il capitello che sorregge una specie di insegna. Dentro quel riquadro trovi il giglio e il cavallo rampante, cioè i simboli di Firenze e Arezzo. Una stele che, come un segnalibro nella Piana di Campaldino, preserva la memoria di questa storica, sanguinosa battaglia.
I castelli dei Conti Guidi e le Foreste Casentinesi
Poppi, Romena e Porciano sono località imperdibili nel tuo tour aretino ispirato a Dante. Si trovano tutti e tre in cima a delle alture, in posizione strategica, e furono proprietà dei Conti Guidi. Questa nobile casata è stata indispensabile per permettere ad Alighieri anni di relativa tranquillità nella valle, come ospite illustre.
Il Castello di Poppi è il più famoso. Modello per Palazzo Vecchio a Firenze, il suo profilo è da sempre il simbolo del Casentino. Rimarrai a bocca aperta contemplandolo dall’esterno ed esplorandone gli interni.
Lasciati trasportare nell’aura fiabesca che avvolge i resti del Castello di Romena. Sogna di diventare feudatario di fronte al panorama mozzafiato che ti si spalanca davanti, quando darai le spalle alla torre del Castello di Porciano.
E se hai ancora tempo, regalati un’escursione nelle Foreste Casentinesi, oggi protette da uno dei parchi nazionali più importanti d’Italia. Anche Dante ha conosciuto e percorso i sentieri di bosco custoditi fra alberi straordinari nei suoi frequenti spostamenti da e verso la Romagna.
All’interno di questo prodigio naturale avrai proprio l’impressione di camminare a fianco del Sommo Poeta. Una passeggiata indimenticabile sarà il tuo omaggio autentico al suo genio immortale in terra di Arezzo.